Ricordato per la settantasettesima volta l'eccidio delle Malghe di Porzus

Paolo Del Din: "Non ci chiamavamo tra noi partigiani ma patrioti, perché era per tutta Italia e questo è il principio che abbiamo sempre seguito"

E' partita con il ricordo del partigiano Franco Celledoni, da parte del cugino Armando la commemorazione dei partigiani Osovani trucidati , alle Malghe di Porzus e al bosco Romagno nel 1945 da altri partigiani comunisti. Il più tragico fatto di sangue tra combattenti per la liberazione della seconda guerra mondiale.

VOCE ARMANDO CELLEDONI: Sono stato l'ultimo a vederlo vivo..stavamo giocando a tirarci a giocare a palle di neve, quando è arrivato un tale a chiamarlo che c'era urgente bisogno di lui in montagna"

A Faedis, al monumento dei caduti, il sindaco Claudio Zani ha ricordato che oggi siamo liberi di esprimere differenze di vedute grazie al sacrificio di quei giovani che per noi hanno conquistato diritti e valori.

Da quest'anno la cerimonia ha il patrocinio della città metropolitana di Roma.

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VOCE CONSIGLIERE Francesco Càrpano:  "l'eccidio di porzus non si conosce abbastanza nel paese è invece atto di grande eroismo fino a apgarlo con la vita"

Alla commemorazione hanno partecipato politici, autorità civili e militari, Dino Spanghero, rappresentante dell'ANPI di Udine, assieme alle associazioni di ex combattenti e la 98enne medaglia d'oro al valore militare Paola Del Din.


VOCE DEL DIN: Non ci chiamavamo tra noi partigiani ma patrioti, perché era per tutta Italia e questo è il principio che abbiamo sempre seguito


VOCE ROBERTO VOLPETTI: è indispensabile che il paese riscopra il valore del patriottismo, e ricordo quello che diceva papa giovanni paolo II, che il patriottismo è l'antidoto contro i nazionalismi