Crisi energetica, a Pocenia cooperativa agricola fa scuola con il bio gas

Si discute molto in questi giorni dell'approvvigionamento del gas in alternativa a quello russo. In Friuli alcune aziende si sono messe insieme per fare fronte a quest'emergenza

Produrre energia localmente e diversificare le proprie fonti di reddito. Per sei piccole aziende della zona di Pocenìa non si tratta di una emergenza dettata dai tempi ma è realtà da oltre 10 anni. Messi in comune i loro 450 ettari, ma soprattutto investiti 5 milioni di euro, condividono i residui di agricoltura e zootecnia, come liquame di vacca, lettiera di pollo, insilati di mais e triticale per fare biogas. 

Col biogas si produce energia elettrica -- che viene ceduta alla rete pubblica -- e calore, riutilizzato per riscaldamento di stalle e uffici.

Grazie ai proventi dell'energia rinnovabile, i sei soci ogni anno riferiscono di dividersi un guadagno di 1 milione e 400mila euro netti. Il 70% degli introiti di ciascuno arriva proprio dal biogas.

Giovanni Madinelli, presidente di Pocenia Biogas - cooperativa agricola afferma: 
"Abbiamo imparato a lavorare assieme, a condividere i problemi [...] riusciamo a produrre sia food che no food, sia per il supermercato che per l'energia rinnovabile, e tutto questo ci dà reddito aggiuntivo e ad oggi siamo molto contenti"

Ora i soci di Pocenia Biogas, associata a Confcooperative Alpe Adria, puntano al fotovoltaico senza consumo del suolo. Giovanni Cattaruzzi perito agrario, libero professionista sottolinea:

"Una grande opportunità, a giorni uscirà la normativa che regolerà la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati rurali, con incentivazione tra il 40 e 65% nell'ambito del PNRR. da qui al 2026 ci sarà la corsa a questo tipo di investimento".