Troppi medici gettano il camice, corsie sguarnite anche in Fvg

La pandemia ha fatto esplodere il problema: turni e carichi di lavoro inumani, scarsa valorizzazione delle competenze, retribuzioni non adeguate. Riccardi: più soldi a chi non può fare attività privata. Il sindacato: stabilizzare i precari

Tra pensionamenti e dimissioni sono 21mila i medici specialisti in fuga dagli ospedali italiani negli ultimi tre anni. Il dato emerge da uno studio realizzato da Anaao Assomed, il sindacato dei medici che rilancia l'allarme sul significativo aumento di camici bianchi che si licenziano dalla sanità pubblica. Un fenomeno esploso in tutta Italia, anche in Friuli Venezia Giulia dove i medici ospedalieri dimissionari nel 2021 sono stati il 3% del totale, più del doppio rispetto al 2020, complice la pandemia che ha peggiorato le condizioni di lavoro negli ospedali, ha evidenziato il segretario nazionale del sindacato Palermo nel suo intervento alla conferenza nazionale della federazione degli ordini professionali sulla questione medica. 

In pericolo la tenuta del Sistema sanitario anche a fronte di una insufficiente capacità formativa, osserva ancora Palermo che punta il dito sulle cause del disagio crescente: orari di lavoro inumani, scarsa flessibilità, stipendi inadeguati, condizioni di lavoro insicure, competenze non valorizzate e percorsi di carriera non garantiti.

Conferma intanto le preoccupazioni sui numeri allarmanti anche l'intersindacale medica regionale.

Necessarie per Anaao Assomed una rapida stabilizzazione del precariato e una revisione della formazione post-laurea in carico anche alle Regioni.

"Scontiamo una mancata programmazione ventennale", ha rimarcato il presidente della Conferenza delle regioni, Fedriga, intervenendo al dibattito. Contrario all'eliminazione del numero chiuso, Fedriga ha affermato che le Regioni integrano anche con fondi propri le specializzazioni, ma serve mettere sul tavolo numeri seri, ha aggiunto, ricordando che c'è stato un aumento del Fondo sanita' nazionale di 2 milioni, ma che è vincolato, e mancano le risorse anche per la parte premiale. 

Le Regioni già a marzo hanno sollecitato al governo nuove condizioni contrattuali per i medici rammenta l'Assessore alla salute Riccardi per il quale serve una modifica radicale delle politiche retributive a cominciare dai settori che non possono svolgere attività privata come la medicina d'urgenza.