Cgil a consulto sulla tenuta del tessuto produttivo

Aumentano i segnali di crisi, salari e pensioni sempre più deboli. A Zugliano 350 delegati a confronto anche sui temi del 18 giugno a Roma

Lavoratori e pensionati sono i più colpiti dagli effetti della guerra, del caro bollette e inflazione. Salari e pensioni sono sempre più deboli, e aumentano i segnali di crisi nel tessuto produttivo per l'aumento dei costi energetici e delle materie prime e per la carenza di componenti. A denunciarlo in un nuovo grido di allarme è la Cgil riunita al Centro Balducci di Zugliano - con oltre 350 delegati - nel primo attivo regionale in presenza dallo scoppio della pandemia. Sul palco anche Emilio Miceli, della segreteria nazionale.

Preoccupazioni e timori per la tenuta del sistema produttivo regionale nei prossimi mesi nelle voci dei delegati delle aziende oggi più in difficoltà per il caro energia e materie prime e la carenza di componenti. Dal colosso Electrolux in giù aumentano i segnali di crisi, da imprese costrette a fermi produttivi, o rimaste senza ordini e a rischio chiusura come la Flex di Trieste.
Nel servizio le voci di alcuni rappresentanti della Fiom nelle Rsu: Salvatore Patti (Flex Trieste), Alessandro Carlin (Cartiera di Rivignano), Walter Zoccolan (Electrolux) e Giuseppe Chiabai (Cga Tecnologies Cividale).

I lavori - aperti con un omaggio a don Pierluigi Di Piazza scomparso nei giorni scorsi - si sono concentrati sui temi della manifestazione nazionale del 18 giugno a Roma: dal fisco al lavoro, alle politiche industriali, welfare e sicurezza, alla precarietà ormai sempre più spinta, al problema delle delocalizzazioni che sta già presentando il conto anche in regione.

Al governo la Cgil chiede un cambio di passo con interventi strutturali che per il sindacato ancora non si è visto. Nel servizio le parole del segretario regionale generale, Villiam Pezzetta.