A Monfalcone A2A riaccende il carbone. E non sarà per pochi giorni

L'approvvigionamento è diventato costoso, i prezzi sono raddoppiati. E Confartigianato Trasporti chiede un limite al prezzo dei carburanti

Nel bacino del Lumiei, la maggior riserva idrica regionale, nei primi sei mesi dell'anno la media delle precipitazioni -- ovvero l’alimentazione della produzione idroelettrica - è stata del 60% in meno rispetto agli ultimi 10 anni. E così, da gennaio a giugno, gli impianti idroelettrici A2A in Friuli Venezia Giulia hanno prodotto la metà dell'energia di un tempo.

Gli scompensi del sistema idroelettrico, l'incertezza sulle forniture di metano russo e la necessità di fare scorte di gas per l'inverno hanno portato alla decisione - presa da chi gestisce la rete di trasmissione nazionale - di chiedere ad A2A di riattivare la centrale a carbone di Monfalcone. Che questa volta non si spegnerà dopo pochi giorni: potrebbe rimanere accesa per tutto il prossimo mese.  

Come ricorda Lorenzo Giussani, Direttore Business Unit Generazione & Trading Gruppo A2A, il picco dei consumi elettrici non è nel mese di giugno ma normalmente nel mese di luglio. "Quindi - dice - siamo di fronte a una situazione che di fronte ad una tensione dei consumi aumenterà nelle prossime settimane". A2A ha riattivato l'approvvigionamento del carbone, ma anche a causa dell'embargo sulla materia prima dalla Russia, è impossibile reperirlo a prezzi bassi e in tempi brevi. Il costo a tonnellata è più che raddoppiato.

E intanto mentre l'Italia chiede a Bruxelles di fissare un tetto massimo al prezzo del gas, Stefano Adami, capogruppo di Confartigianato Trasporti Fvg, rilancia la necessità di fissare un limite anche al costo del carburante: il solo sconto alla pompa è inefficace, dice, senza sbloccare gli adeguati ristori per i piccoli e medi operatori, "strozzati da una congiuntura devastante".