Palazzo Chigi blocca il passaggio della Faber di Cividale ai russi

Il Governo ha fatto scattare la golden power sulla vendita dell'azienda friulana al gruppo di stato Rosatom in quando azienda strategica

Si chiama golden power, letteralmente potere d'oro, lo strumento normativo che permette a un governo di condizionare operazioni finanziarie considerate di interesse nazionale.

Una facoltà di cui in regione si parla  per la cividalese Faber, attiva sia nella progettazione e produzione di bombole e sistemi per lo stoccaggio di gas ad alta pressione sia nel settore dell'idrogeno. E' stata infatti bloccata  da Palazzo Chigi la vendita dell'azienda friulana, strategica per la transizione ecologica.

Un'operazione particolarmente rilevante anche a causa della nazionalità russa della potenziale acquirente, una sussidiaria del gruppo di stato Rosatom. Circa 150 milioni di euro il valore dell'affare, portato avanti per circa 1 anno senza troppo rumore dalla società, che nel 2021 ha fatturato 92 milioni a fronte di una crescita del 9%. 

Cifre in positivo, nonostante la lontananza dal fatturato di 102 milioni del 2019, e che spiegano gli investimenti da oltre 10 milioni di euro compiuti lo scorso anno per il miglioramento produttivo. Denaro necessario al mantenimento di un'attività che si deve misurare a livello mondiale con realtà da fatturati miliardari e quindi, nel medio-lungo termine - virtualmente più competitive.


Freschissima anche la notizia del raggiunto accordo sindacale al contratto integrativo per i 350 dipendenti di Cividale e il centinaio dello stabilimento di Castelfranco Veneto, dopo la giornata di astensione del lavoro. Ora resta da vedere se gli altri potenziali acquirenti alla vendita, cioè il fondo italiano Clessidra della famiglia Pesenti e il fondo francese Tikehau, si rifaranno avanti.