Macbeth, dentro il lato oscuro di ognuno di noi

In scenda dal 27 gennaio al Teatro Verdi di Trieste il Macbeth di Verdi diretto da Fabrizio Maria Carminati

«È un incubo. È quello che ciascuno di noi ha dentro di sé. Non tutti vogliono ammetterlo, ma dentro ognuno di noi ci sono lati inspiegabili, terribili.»

Un sogno nero, specchio del male universale. Henning Brockhaus vede così il Macbeth di Verdi, che va in scena venerdì a Trieste riprendendo il leggendario apparato scenico di Josef Svoboda. Il grande regista tedesco lo presenta, insieme agli altri artisti, in una affollata conferenza-concerto al ridotto. E spiega al pubblico anche le ragioni della diabolica coppia di protagonisti: due malvagi, per i quali il male è l'unica forma di comunicazione.

«È il risultato di gente che non ha più  nulla da dire. Questi personaggi non vivono più, sono morti, e cercano di portare con sé tutto ciò che li circonda, come tutti i grandi psicopatici del mondo.»

Direzione musicale affidata a Fabrizio Maria Carminati: che racconta del suo amore per un'opera che non ha nulla da invidiare a Traviata, Rigoletto e Trovatore, anche se non ha avuto la stessa fortuna: la causa, un'energia drammatica che può spiazzare il pubblico.

«Non mancano i momenti di grande spinta lirica e melodica; ma i contrasti, a volte, sono talmente forti che chi ascolta resta colpito da questo modo di recitare che è assolutamente nuovo.»