Perché quell'ultimo abbraccio?

Le indagini sulla morte di Roberto Fabris e Iolanda Pierazzo si concentrano sul movente dell'omicidio-suicidio. Si indaga sullo stato di salute dei coniugi

I coniugi Roberto Fabris e Iolanda Pierazzo sono stati ritrovati distesi uno accanto all'altro, in un ultimo abbraccio. Entrambi avevano 84 anni e vivevano al sesto piano di un palazzo in via del Ghirlandaio 14 a Trieste, non lontano dal centro.

Sul tavolo c'erano la pistola, regolarmente detenuta, e diversi tipi di farmaci. Un omicidio-suicidio, dunque, in cui stando alle prime ricostruzioni, lui avrebbe sparato alla moglie alla tempia e poi si sarebbe suicidato assumendo gli psicofarmaci.

Fuori dalla porta avevano lasciato un biglietto, stampato, dove si chiedeva scusa per il disturbo, si diceva di chiamare la polizia e si spiegava come recuperare le chiavi di casa. Si tratta di un gesto premeditato, su cui indagano i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale.

Erano stati allertati alle quattro del pomeriggio dai vicini che avevano visto il cartello. Sulle pareti di casa non sono stati trovati altri fori di proiettile: la donna è morta con un unico sparo. Per capire quale sostanza si sia rivelata fatale per lui, servirà l'autopsia.

Resta da capire il movente alla base del gesto. I carabinieri verificheranno nelle prossime ore le condizioni di salute dei coniugi che mantenevano una vita riservata.

Lui, Roberto Fabris, in passato aveva lavorato per Fincantieri. Era noto negli ambienti culturali di città per la sua attività di poeta, scriveva aforismi e aveva anche un sito. Meno informazioni si hanno su di lei. La coppia aveva un figlio, che risiede a Venezia e che sarà sentito presto dagli inquirenti