Il viaggio nei sentimenti del regista monfalconese Ivan Gergolet

"L'uomo senza colpa", un film per raccontare la tragedia dell'amianto

Numerosi i dialoghi in bisiacco per la pellicola ambientata sul territorio

Utilizza lo stile dei thriller per raccontare una storia di vendetta il film  “L’uomo senza colpa", in cui l'azione nasce dal lutto  per esposizione ad amianto sul luogo di lavoro. Diretta dal monfalconese Ivan Gergolet e vincitrice  del premio Ettore Scola per la migliore regia al festival barese internazionale Bif&st, la pellicola è ambientata sul territorio e analizza sentimenti che Gergolet ha indagato in prima persona, ascoltando testimonianze di chi ha perso familiari a causa dell'amianto.

Ho ascoltato con molta attenzione anche quello che magari non viene detto a parole ma viene detto fra le righe” racconta Gergolet. “È estremamente difficile parlare anche solo di come una persona viene portata via da quella malattia. Ho notato anche in alcune donne una grande rabbia inespressa, che usciva magari anche con frasi molto forti. Come: «Io questi li ucciderei», oppure «Questi li soffocherei»”.

Molti i dialoghi in bisiacco, nonostante né Trieste né Monfalcone siano indicate in modo specifico, così da concentrarsi più sul mondo emotivo che su un piano informativo.

L'industria si vede sullo sfondo, come ciò che, in qualche modo, ha causato i sentimenti e le emozioni che attanagliano i personaggi del film” spiega Gergolet. 

Sullo schermo, un viaggio nei sentimenti che oppone storie avverse seppur contigue.

"Cosa succederebbe se mettessimo la vittima nella stessa stanza di quello che lei considera il carnefice della vita del marito? O della distruzione dei propri affetti?" si è chiesto Gergolet per dare avvio alla trama del film.