"Orfeo ed Euridice", due rockstar

Daniela Barcellona torna sulle scene del teatro della sua città come protagonista assoluta, al Verdi, della nuova produzione firmata dal regista triestino Igor Pison

Orfeo ed Euridice sono due rockstar. Coppia sulle scene e nella vita, fino alla prematura scomparsa di lei. Orfeo non si rassegna: sa che ogni barriera può essere rotta dalla forza dell'amore e del rock and roll, ma anche con l'aiuto di una punta di acido, che apre - come ognuno sa - le porte della conoscenza. Il velo si squarcia, e Orfeo può accedere agli inferi, ammansendo le furie infernali con la sua fida chitarra elettrica. 

La musica è quella di Christoph Willibald Gluck, risuonata alla corte di Vienna nell'anno di grazia 1762. Ma per leggere l'allestimento di Orfeo ed Euridice andato in scena al Verdi di Trieste, occorre tener presente anche tutt'altro palinsesto, evocato dal regista Igor Pison in questo nuovo allestimento: quello di eccessi non gestiti, e talenti che si buttano via, come Kurt Cobain o Amy Winehouse.

Nei panni di questo Orfeo glam rock c'è una cantante straordinaria. Daniela Barcellona torna a recitare nella sua Trieste dopo non sappiamo più quanti anni, in un'opera che, per una buona metà, è sostanzialmente un suo assolo con il coro. Ed è un piacere ascoltare il suo timbro e la sua forza soprattutto nel registro grave, esplorato dalla cantante, in questo ultimo periodo, con particolare attenzione.

Accanto a lei, le prove decisamente positive di Ruth Iniesta e Olga Dyadiv, che erano rispettivamente Euridice e Amore. Senza dimenticare i due solisti del corpo di Ballo di Lubiana: a loro, il compito di interpretare integralmente le danze che sono una parte integrante del lavoro di Gluck, e che non sono state tagliate. Equilibrio garantito dalla pulita e agile direzione musicale. Una proposta fuori dagli schemi che, anche grazie alla presenza di Barcellona, ha convinto il pubblico della prima.