45 anni di scuole dell'infanzia paritarie di ispirazione cristiana a Pordenone

Realtà nata su stimolo della Cei, ora comprende una rete di 50 materne nella destra Tagliamento. Nessuna flessione dovuta al calo demografico

Già oltre 200 mila bambini da 0 a 6 anni hanno frequentato la rete di 50 scuole paritarie Non Profit della Federazione italiana scuole materne di Pordenone nei 45 anni della sua storia educativa. I nidi, le sezioni primavera e scuole dell’infanzia sparsi sul territorio e gestiti da parrocchie, fondazioni, associazioni di genitori riuniti nella Fism, ogni anno contano più di 4mila iscritti e danno lavoro a circa 400 persone. 

Presidi dalla forte valenza sociale, di ispirazione cristiana, ma aperti a piccoli di ogni confessione religiosa e inclusivi. Una realtà nata su stimolo della Cei e cresciuta nella comunità. Resiliente alle difficoltà e ai rapidi cambiamenti richiamati oggi dai vertici Fism al momento di festa nell'anniversario della sua fondazione. Occasione per sentirsi una grande famiglia, per ricordare quanto di positivo è stato fatto per l'educazione dei piu piccoli e riflettere sulle prossime sfide, a cominciare dalla richiesta che giunge dai genitori. 

"Sono molto fragili e sempre di più ci chiedono un sostegno alla genitorialità che passa anche per la flessibilità degli orari" - osserva la presidente Fism provinciale Maria Antonietta Bianchi Pitter. “L'inverno demografico non ha finora inciso sulle iscrizioni, non mancano i posti e ci sono liste d'attesa per i nidi - segnala ancora Bianchi Pitter che ricorda: il sistema delle scuole paritarie è parte del sistema pubblico ma è sostenuto dalle rette delle famiglie che si è riusciti a contenere grazie a nuovi fondi comunali, regionali e del governo, quest'anno incrementati”. 

“Un passo importante per colmare il gap che esiste tra scuola statale e paritaria osserva Giampiero Redaelli, presidente della Fism nazionale che in Italia raggruppa 9mila realtà educative e quest'anno compie 50 anni. Strategico l'imminente passaggio a enti del terzo settore afferma Redaelli rilanciando l'obiettivo per il primo futuro: ”essere seminatori di fiducia e speranza perché i bambini possono ancora sognare".