Approfondimento

Il Casermone di Frosinone: la più importante piazza di spaccio della Ciociaria

Blitz della Polizia nel complesso di edilizia popolare in contemporanea alla caccia ai killer di Thomas Bricca. Figlio del Casermone era anche Michel Fortuna, condannato per l'omicidio di Emanuele Morganti

Il Casermone di Frosinone: la più importante piazza di spaccio della Ciociaria
Tgr Lazio
Casermone Frosinone

Un palazzone grigio e lungo quanto tutta una strada, viale Spagna. Un complesso di edilizia popolare diventato, come tanti altri, ghetto. E' la “Scampia” di Frosinone, il Casermone, la più rilevante piazza di spaccio della Ciociaria, dice chi conosce bene il labirinto di appartamenti, cantine e androni, dove la droga scorre a fiumi, h24. Incassi da 10mila euro al giorno. 
Padroni indiscussi degli affari gli italo-albanesi. Sono albanesi anche i due arrestati per stupefacenti nell'ultimo blitz della Polizia, scattato mercoledì in contemporanea alla caccia ai killer di Thomas Bricca. Nessun legame con l'omicidio - ribadiscono dalla Questura - perquisizioni di routine. Tra le voci circolate, quella che proprio tra le case Ater potesse essere stato reclutato chi ha sparato al 19enne di Alatri. Nessuna conferma. Nel serpertone ciociaro facile, però, reperire manovalanza a basso costo, avvezza al ferro, le armi, e alla forza per rispondere a uno sgarro. Figlio del Casermone era anche Michel Fortuna, condannato per l'omicidio di Emanuele Morganti, ucciso a calci e pugni nel 2017 sempre nel centro di Alatri. Un mondo di sotto, dove comunque vige la legge del più forte, della violenza e del silenzio. 
Il primo grande colpo a questo supermarket della droga l'operazione del 2016, “Fireworks”, fuochi d'artificio come quelli sparati per l'arrivo del carico. Una cinquantina di arresti nel fortino blindato che tale è rimasto. Porte schermate da inferriate, a prova di guardie. Organizzazione militaresca. Vedette, pusher. Alloggi occupati abusivamente, adibiti alla vendita della roba. Un welfare parallelo che continua a dare lavoro, coperture e false speranze.  

Il servizio di Ilaria Dionisi