La via crucis dei senza tetto. A Ostia la liturgia dei volontari della Caritas

L'iniziativa in collaborazione con il Municipio X di Roma, che vede coinvolte le parrocchie della zona

La via crucis dei senza tetto. A Ostia la liturgia dei volontari della Caritas
TGR
Via Crucis per i senza tetto

Una preghiera per chi vive in strada. Anzi una vera e propria via Crucis. È stata organizzata dai volontari del centro di accoglienza straordinario promosso dalla Caritas diocesana e dalle comunità di Ostia nella parrocchia Santa Maria Regina Pacis. A guidarla il cardinale e vicario del Papa per la diocesi di Roma Angelo De Donatis, che poi si è fermato a cena con gli ospiti del centro.

Il rifugio di emergenza per senza dimora è attivo dal 18 gennaio scorso e resterà aperto fino al 30 aprile. La struttura, composta da tre tensostrutture attrezzate e riscaldate messe a disposizione da Croce Rossa Italiana, delle quali due allestite per dormitorio e una come refettorio, può ospitare ogni notte 16 persone garantendo anche la cena, la colazione e attività di animazione sociale.

Si tratta di una iniziativa della Caritas di Roma in collaborazione con il Municipio X di Roma, che vede coinvolti i volontari delle parrocchie nelle prefetture 26 – 27 – 28 della diocesi di Roma, coordinati da operatori sociali professionali. Sono oltre dieci le parrocchie impegnate con gruppi di volontari per garantire anche i pasti e l’animazione sociale per le persone accolte.

Osserva don Giovanni Vincenzo Patanè, parroco di Santa Maria Regina Pacis a Ostia: «L’iniziativa messa in atto dalla nostra parrocchia coinvolge in realtà tutte le prefetture della zona di Ostia. Da una stima approssimativa, al ribasso, sappiamo che a Ostia ci sono almeno 400 senza fissa dimora, tra quelli che dormono per strada e in pineta. E attualmente questa è l’unica struttura di accoglienza a Ostia. Un’iniziativa che è stato possibile realizzare grazie soprattutto ai volontari, che ci hanno stupito positivamente e sono molti di più di quelli che ci aspettavamo. Vengono con entusiasmo, con amore e spirito di servizio da tutte le parrocchie del territorio. Con questa struttura di accoglienza vogliamo anche far capire che i poveri sono i nostri ed è giusto che ce ne prendiamo cura. Spero che questa esperienza si possa ripetere anche l’anno prossimo e che possa in futuro diventare qualcosa di più stabile e duraturo».