Pressione, temperatura, presenza di infezioni nel cuore. Sono tante le informazioni che il pace-maker di un paziente cardiopatico può trasmettere al medico, anche a distanza. Basta un piccolo sensore. Stesso discorso per gli infusori utilizzati dai diabetici. All’Università Tor Vergata si lavora per rendere questi strumenti sempre più intelligenti senza però dimenticare la privacy e la sicurezza. I dati dei pazienti potrebbero infatti essere trafugati per carpire preziose informazioni sulla salute. Per questo motivo è nato Cyber4health, il primo osservatorio mondiale sulle vulnerabilità dei dispositivi medicali sviluppato dall’ateneo Tor Vergata all’interno di un consorzio di cui fanno parte le università romane e una serie di aziende del settore.
A correre rischi sono soprattutto personaggi in vista come politici o militari possibili bersagli di attacchi hacker. Un ricatto a cui sono esposti anche i produttori dei dispositivi. Tutti gli strumenti connessi alla rete, come i macchinari per le TAC o i robot chirurgici, se non protetti a dovere, potrebbero essere attaccati
Nel servizio di Mauro Scanu Federica Naccarata, Dottoranda in Ingegneria all'Università Roma Tor Vergata, e Gaetano Marrocco, coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria medica dell'ateneo.