Lazio, regione di giocatori. Non si ferma la crescita dell'azzardo in regione

E' di 140 miliardi il fatturato del settore nel 2022

Lazio, regione di giocatori. Non si ferma la crescita dell'azzardo in regione
Imagoeconomica
Una giocatrice alla slot machine

Un italiano su tre gioca e non intende smettere.

Il gioco, attività di semplice svago, entra in un contesto ossessivo quando diventa strutturale, diventa azzardo. 

La pandemia ha solo rallentato la corsa delle scommesse. Nel 2021 sono stati 18 milioni gli italiani coinvolti con un fatturato superiore ai 110 miliardi. Il gioco digitale ha superato il gioco fisico ma nessuno dei due arretra per volumi. Solo nel gioco fisico si sono superati i 4 miliardi tra lotterie, macchinette, scommesse sportive e bingo. Sul digitale nel Lazio i conti aperti sono più di 1 milione e 600mila e più di mezzo milione quelli attivi per una spesa a testa vicina ai 2mila euro, un buono stipendio mensile. E la stima del 2022 sale decisamente se il giro di affari per lo scorso anno può toccare i 140 miliardi.

Tutti sanno che il gioco può diventare una patologia, può creare dipendenze, può rovinare esistenze. Le norme in vigore hanno già fatto qualcosa se la presenza di slot e macchinette si è ridotta per strada ma le associazioni della rete “Mettiamoci in gioco” come “Avviso pubblico” temono che con la legge delega sulla riforma fiscale il gioco d'azzardo si apra ad altri attori.

"La compartecipazione degli enti locali al gettito erariale pensiamo possa alimentare un circolo vizioso" dice Giulia Migneco, responsabile della comunicazione di “Avviso Pubblico”, associazione di locali e regioni per la formazione civile contro le mafie

Secondo le associazioni se si stimola l'azzardo, si incentiva in definitiva anche il gioco illegale legato alla criminalità organizzata. 

Un giocatore alla slot machine Imagoeconomica
Un giocatore alla slot machine