E' morto Giorgio Napolitano, il presidente emerito della Repubblica aveva 98 anni

Da tempo era ricoverato in una clinica romana, negli ultimi due giorni le sue condizioni si erano aggravate. Dalla militanza nel Pci al doppio mandato al Quirinale, addio al politico che ha attraversato quasi un secolo di storia del Paese

E' morto Giorgio Napolitano, il presidente emerito della Repubblica aveva 98 anni
Ansa
Giorgio Napolitano

L’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è morto ieri sera a 98 anni dopo un lungo ricovero nella clinica Salvator Mundi al Gianicolo in Roma. Aveva 98 anni. Nato a Napoli il 29 giugno 1925, in una famiglia della buona borghesia partenopea, è stato il presidente della Repubblica più longevo. Ma, soprattutto, è stato il primo ex comunista ad ascendere al Colle più alto, il Quirinale, nonché primo capo dello Stato italiano ad essere rieletto per un secondo mandato. 

Come capo dello Stato ha conferito l'incarico a cinque presidenti del Consiglio dei ministri: Romano prodi (2006-2008), Silvio Berlusconi (2008-2011), Mario Monti (2011-2013), Enrico letta (2013-2014) e Matteo Renzi (2014-2016)

Si è laureato in giurisprudenza all’Università di Napoli Federico II nel 1947 con un tesi di economia politica, che aveva il titolo Il mancato sviluppo del mezzogiorno. Durante l’università, Napolitano fu iscritto ai Gruppi Universitari Fascisti (GUF), un gruppo a cui si iscrivevano su base volontaria gli studenti dell’università e dell’accademia. All’interno del GUF, Napolitano prese parte alle attività teatrali (Teatroguf) e cinematografiche (Cineguf).

Dopo la Liberazione, si accostò progressivamente all’area comunista, iscrivendosi al PCI alla fine del ’45. Da allora cominciò per lui una lunga ascesa ai vertici del partito, prima funzionario, poi dirigente.

Negli anni Settanta, Giorgio Napolitano – appartenente alla corrente “migliorista” (di destra) del PCI – si fa conoscere all’estero, soprattutto in Europa e America, come rappresentante del più grande partito comunista d’Occidente, tenendo numerosi incontri e conferenze in università statunitensi: è il primo esponente del partito ad ottenere l’autorizzazione a recarsi negli Stati Uniti per partecipare a dibattiti di politica internazionale.

Alla caduta del Muro di Berlino, si schiera con la maggioranza del PCI per una trasformazione del partito in senso socialdemocratico, che porterà alla svolta della Bolognina (1991) e alla nascita del PDS (Partito Democratico della Sinistra). Nel 1992 viene eletto presidente della Camera, nel pieno della tempesta di Tangentopoli. Con il primo governo Prodi (1996-1998) entra nel Consiglio dei ministri come titolare del Viminale: con Livia Turco, lavorerà alla legge sull’immigrazione (1998) che porta il suo nome, poi sostituita dalla Bossi-Fini (2002).

Con un provvedimento firmato nella notte dal sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano il governo ha disposto le esequie di stato, che avranno luogo martedì 26: una cerimonia laica si svolgerà nell'Aula della Camera dei Deputati e sarà un giorno di lutto nazionale.

La camera ardente sarà aperta in Senato domani alle 10 alla presenza del Presidente della Repubblica e del Presidente del Senato. Dalle 11 l'accesso sarà aperto a tutti fino alle 18 e poi dalle 10 alle 16 di lunedì.

Già da ieri sera le bandiere nazionali ed europee sono esposte a mezz'asta su tutti gli edifici pubblici e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari all'estero, come anche su tutti i centri di produzione e le sedi della Rai

Il servizio di Pasquale Notargiacomo