La riscossa del liceo artistico

Per il terzo anno consecutivo il Sant’Orsola si piazza al primo posto della classifica Eduscopio della Fondazione Agnelli. Premiati i risultati universitari. Educazione digitale, design ma anche attenzione alla persona tra le chiavi del successo

La riscossa del liceo artistico
Tgr Lazio
La sede del liceo Sant'Orsola a Roma

Si diplomano all’artistico ma poi all’università sono in grado di frequentare con successo le facoltà di ingegneria, fisica, matematica, storia e filosofia. Oppure di proseguire nel loro indirizzo ed iscriversi all’accademia. È il segreto del successo dell’istituto Sant’orsola di Roma, scuola paritaria, con sede vicino piazza Bologna a Roma. Per il terzo anno consecutivo il liceo artistico di quest’istituto conquista la vetta della classifica Eduscopio della Fondazione Agnelli, che fornisce una mappatura puntuale, in tutta Italia, dei licei in grado di preparare meglio agli studi universitari o al lavoro. A Roma l’artistico del Sant’Orsola stacca istituti pubblici come l’Is di via di Ripetta, il Giulio Argan.

“Tra i motivi del successo – spiega il dirigente scolastico Tiziano Raponi – c’è certamente la valorizzazione dell’aspetto liceale della scuola. Tutte le discipline hanno pari dignità e importanza. Si cerca di mantenere molto alto il livello della didattica in tutte le materie per consentire ai ragazzi una volta diplomati di avere un ampio spettro di scelta. Nel nostro caso abbiamo studenti che dopo aver conseguito la maturità all’artistico si iscrivono ad ingegneria, scienze politiche, architettura”.

110 iscritti tra i 13 e i 18 anni, che possono scegliere tra l’indirizzo in arti figurative o quello in architettura e ambiente. Tutti, a partire dal terzo anno, frequentano il corso di branding e design. Si svolge integralmente in lingua inglese e ha l'obiettivo di studiare l’identità di un marchio e di un prodotto, considerato dal punto di vista artistico, storico, finanziario.

Ma alle discipline curriculari si affiancano anche iniziative che aiutano a sviluppare nei ragazzi altre capacità, a partire da quella di lavorare in team e di maturare capacità progettuali. Sfida che si vince attraverso i workshop. Quello di quest’anno invita i ragazzi a realizzare una graphic novel, partendo da un libro del premio Pulitzer Cormac McCharty. Per una settimana i ragazzi sospendono le lezioni tradizionali, vengono divisi in gruppi formati non solo da allievi dell’artistico ma anche del classico. 

Il percorso didattico si arricchisce di anno in anno anche grazie alle sollecitazioni che arrivano dagli ex allievi. “Proprio grazie allo stimolo di alcuni di loro, spiega Raponi, abbiamo attivato un corso di educazione digitale. Ma l’obiettivo non si limita a fornire agli studenti capacità esclusivamente di tipo tecnico. La rivoluzione digitale viene quindi affrontata da un punto di vista etico, giuridico ed economico. Il corso è affidato a un docente universitario, esperto in intelligenza artificiale e computer science che arricchisce la loro preparazione basata sulla proposta tradizionale con competenze specifiche sulla grafica digitale".

La scuola che apre finestre, fornisce prospettive nuove. Ma soprattutto insegna a sviluppare il pensiero critico. “Ci teniamo ad offrire agli studenti una proposta elevata da un punto di vista didattico, culturale ed educativo – continua Raponi –. Lavoriamo sulla crescita personale dei giovani per permettere loro di diventare adulti responsabili”.