La dematerializzazione del contante e le transazioni digitali sembrano aprire prospettive contemporanee ai servizi bancari.
I sindacati offrono una diversa lettura dei fatti.
La scomparsa degli sportelli incide sui comuni con meno di cinquemila abitanti e l'internet banking con l'Italia sotto media rispetto all'unione europea (51,5% vs 63,9%) taglia fuori i fragili, gli anziani, chi ha un basso livello di istruzione. Il risultato peggiora di anno in anno nonostante gli utili incassati dalle banche.
Secondo l'Osservatorio sulla desertificazione bancaria First della Cisl nel 2023 sono stati chiusi in tutta Italia 826 sportelli per quasi 3300 comuni complessivi e 4 milioni e 373mila cittadini senza servizi fisici. Nel Lazio quasi il 49,7% dei comuni non ha filiali bancarie e il 18,5% ne conserva solo una.
Caterina Scavuzzo, segretaria generale della First Cisl Lazio, ci racconta che sono 251000 gli abitanti e 12500 le imprese del Lazio escluse dalla copertura della rete fisica bancaria.
Il dettaglio inizia con 50 comuni ciociari senza sportello con Pofi, Castrocielo e Castelliri in testa per numero di abitanti, scende alle 9 città della provincia di Latina guidate da Roccagorga, Norma e Maenza, rialza il numero complessivo ai 22 della Tuscia, in testa Vasanello, Gallese e Castel Sant'Elia, tocca il record di 56 comuni in Sabina, l'assenza più indicativa a Montopoli, Scandriglia e Forano, e flette leggermente nell'area della capitale con 51 centri privi di servizio guidati da Marcellina, l'unico comune di questa lista con i suoi 7090 abitanti al di la della soglia dei cinquemila.
I sindacati lunedì prossimo discuteranno di desertificazione bancaria con la vicepresidente della regione Angelilli.
Nel servizio di Lazzaro Pappagallo l'intervista a Caterina Scavuzzo - segretaria generale FIRST CISL Lazio.