Omicidio Di Veroli: 30 anni dopo la famiglia chiede la riapertura delle indagini

Il corpo della commercialista di 47 anni, assassinata con un colpo di pistola, è stato trovato in un armadio nella stanza da letto il 10 aprile 1994 nel quartiere romano di Talenti. Un caso rimasto insoluto ma che potrebbe ora trovare una svolta

Omicidio Di Veroli: 30 anni dopo la famiglia chiede la riapertura delle indagini
Ansa foto
Antonella Di Veroli, uccisa nel 1994

Son passati 30 anni. L’attesa di giustizia e verità da parte della famiglia di Antonella Di Veroli, consulente del lavoro, assassinata a 47 anni nel 1994 a Roma, nel quartiere Talenti, con due colpi di pistola alla testa, sembra dare i suoi frutti. Almeno per riaprire le indagini. E’ quello che chiede la sorella Carla tramite l’istanza presentata dal suo avvocato alla luce delle tracce biologiche sull’anta centrale dell’armadio, dove la vittima era stata chiusa e sigillata. Da analizzare anche le impronte sul bossolo. La sua morte era sopraggiunta per asfissia. Deceduti anche i maggiori indiziati del suo delitto: il ragionier Umberto Nardinocchi, 63 anni all’epoca e amante di Antonella Di Veroli, e il fotografo pubblicitario Vittorio Biffani, 51 anni nel 1994, anche lui coinvolto sentimentalmente con la vittima. Era stato sentito anche un mago, cui la donna si era rivolta in cerca di conforto per pratiche che toglievano il malocchio. Oltre agli incontri anche un debito di 42 milioni di lire prestati dalla 47enne al fotografo e mai restituiti. Ora nelle analisi del dna recuperato potrebbe esserci l’identità dell’assassino. La scienza forense ha fatto passi da gigante e quel che non era possibile rilevare 30 anni fa, ora lo è. Si attende da parte della Procura di Roma la nomina del PM che sarà poi chiamato ad accogliere o a rigettare l'istanza posta dalla famiglia. 

Nel servizio di Antonia Moro l'intervista all'avvocato di Carla Di Veroli, Giulio Vasaturo