Rastrellamento del Quadraro, a 80 anni di distanza una ferita ancora aperta per la città

Il 17 aprile del 1944 centinaia di uomini furono deportati dal quartiere romano, simbolo della Resistenza. Tra gli eventi in ricordo di quel dramma, anche una cerimonia in Campidoglio

Rastrellamento del Quadraro, a 80 anni di distanza una ferita ancora aperta per la città
Tgr Lazio
La targa in ricordo del Rastrellamento del Quadraro

Una delle pagine più buie e dolorose della storia della Capitale. Alle 5 del mattino del 17 aprile di 80 anni fa, le truppe Nazifasciste guidate dal comandante Herbert Kappler circondarono il Quadraro arrestando duemila persone. Oltre 750, tra uomini e ragazzi dai 15 ai 55 anni, furono deportati nel campo di lavoro di Fossoli prima e poi in Germania. Al termine della Seconda Guerra mondiale molti riuscirono a rientrare, ma non tutti. Il piccolo quartiere, situato nel quadrante Sud-Est della Capitale, fu simbolo della Resistenza. Venne conosciuto anche come il “nido di vespe”. Qui c'è una targa apposta a largo dei Quintili nel 2001 “in ricordo perenne - si legge -  con la speranza che tutto questo non possa più accadere". Nel 2004 fu insignito della medaglia al merito civile dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. 

Molti gli eventi in questi giorni in ricordo del rastrellamento del Quadraro. Questo pomeriggio alle 16.30 in Campidoglio, nell'Aula Giulio Cesare, una cerimonia in cui interverrà il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Striscione alla cerimonia Tgr Lazio
Striscione alla cerimonia

Nel servizio di Claudio Vedovati le interviste a Marina Pierlorenzi - Presidente Anpi, Roma; Vanda Prosperi - figlia di Vittorio Rossi; Licia Fiore - insegnate Istituto Laparelli; Roberto Gualtieri - sindaco di Roma Capitale.

"È veramente una gioia vedere qui le scuole del quartiere per partecipare a questo momento di ricordo e onore ai caduti del Quadraro. Questo è un anniversario importante: sono passati 80 anni dal rastrellamento. Sono tanti. Il tempo rischia di far venire meno la memoria, il rischio dell'oblio è molto forte e non possiamo permettercelo. Lo
dobbiamo a loro e a noi. Il rastrellamento del Quadraro è uno degli episodi più cupi della Roma occupata dai nazisti, e i fascisti collaboravano attivamente. C'era una battaglia tra chi voleva che vincesse Hitler e chi invece voleva un futuro di libertà, democrazia e giustizia. Questa battaglia ha attraversato la città e ha avuto momenti tradici, tra cui il rastrellamento del Ghetto, l'eccidio delle Fosse Ardeatine e, appunto, il rastrellamento del Quadraro". Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che questa mattina ha deposto una corona di alloro al Parco 17 aprile 1944 al monumento dei deportati del Quadraro per celebrare gli 80 anni del rastrellamento del quartiere. Accompagnato dall'assessore alla Cultura, Miguel Gotor, dai presidenti dei Municipio V e VII, rispettivamente Mauro Caliste e Francesco Laddaga, dall'assessora alla Cultura
della Regione Lazio, Renata Baldassarre, e dalla presidente dell'Anpi provinciale di Roma, Marina Pierlorenzi, il sindaco ha parlato ai bambini e alle bambine delle scuole del quartiere presenti al Parco, che alla fine della cerimonia hanno cantato l'inno nazionale e anche Bella ciao. "Da questa storia- ha detto ancora Gualtieri- è nato il riscatto, l'idea di non limitarsi a contrastare, ma di essere diversi da loro. I cittadini di questo quartiere hanno messo a rischio la loro vita per regalarci un futuro migliore e noi lo
dobbiamo ricordare e raccontare. Mai più nazismo, mai più fascismo, mai più discriminazione. Difendiamo la nostra Costituzione nata dalla lotta al nazifascismo. Viva i cittadini coraggiosi del Quadraro". Gualtieri ha ricordato come il rastrellamento del Quadraro fosse "strettamente legato a quello delle Fosse Ardeatine perché i nazisti volevano dare un'altra lezione alla città. Questa era la zona da cui si aspettava l'arrivo degli alleati e dove era più forte la resistenza. Qui i fascisti non si azzardavano a mettere piede. C'erano persone, vostri nonni e bisnonni, coraggiosissime. Il nazismo aveva bisogno di schiavi e i rastrellati del Quadraro furono mandati a lavorare nelle fabbriche, con l'idea di consumarli come oggetti. Moltissimi sono morti di stenti. Questo era il nazismo, la più terribile, orrenda e bassa ideologia che l'umanità abbia saputo concepire".
 

Un momento della manifestazione al Quadraro Tgr Lazio
Un momento della manifestazione al Quadraro