Oggi l'inaugurazione dell'ambulatorio al Campus Bio Medico

140mila malati di fibromialgia nel Lazio: invisibili per lo Stato, si muove la diocesi di Roma

La sanità pubblica non li riconosce, ora grazie all'azione del Vicariato in quattro ospedali della Capitale verranno offerte prestazioni a prezzo calmierato

Li chiamano “malati invisibili”, sono quelli affetti da fibromialgia: dormono non più di tre, quattro ore a notte, hanno dolori, astenia: impossibile una vita normale.

Ma al danno si aggiunge la beffa di non essere riconosciuti dal servizio sanitario nazionale: niente ticket, solo costose visite private.

Un’ingiustizia per 140.000 pazienti in tutta la regione e due milioni e mezzo in Italia. Ma in questi mesi grazie alla diocesi di Roma qualcosa si è mosso: il tavolo dell'area medica della pastorale sanitaria del Vicariato sta mettendo insieme gli ospedali della capitale e quattro di loro, il Gemelli, il San Giovanni, l’Umberto I e il Campus Biomedico, hanno deciso di fare quello che lo Stato non fa: offrire prestazioni sanitarie per questi malati a prezzo calmierato.

“Un primo passo”, dice mons. Benoni Ambarus, vescovo delegato per la pastorale Sanitaria di Roma, “ma occorre un riconoscimento da parte dello Stato”.

Per il Campus Bio-Medico, che ha inaugurato un ambulatorio dedicato, “è un orgoglio questa collaborazione col Vicariato”, come ha detto l’AD della Fondazione Policlinico, Paolo Sormani.

Tre le proposte di legge in Parlamento che probabilmente saranno unificate per un diritto che però ancora sembra lontano.

Nel servizio di Rosario Carello le interviste a una paziente affetta da fibromialgia, a Roberto Giacomelli, Direttore della Uoc Immunoreumautologia del Caampus Bio Medico di Roma, a Paolo Sormani, Ad della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio Medico, a Mons. Benoni Ambarus, vescovo per la Pastorale Sanitaria della diocesi di Roma, a Edith Aldama, responsabile dell'Area medica della diocesi di Roma.