Una Pasqua fra arte e fede. È quella che si è vissuta ad Albenga grazie alla mostra Onde Barocche, visitabile fino a novembre al museo Diocesano. Un'iniziativa che si ricollega agli eventi in corso alle Scuderie del Quirinale e al Palazzo Ducale di Genova, a cui la Chiesa ingauna ha concesso opere importanti, da Giulio Benso ad Anton Maria Maragliano. Un territorio ricco, come raccontano i dipinti di Orazio e Lorenzo De Ferrari o le sculture dello Schiaffino. Per non parlare della stupenda Maddalena di Domenico Piola.
Un tesoro spesso nascosto anche nelle realtà più piccole, tanto che è già visitabile un'appendice a Pieve di Teco e presto ne apriranno altre, per una vera e propria mostra diffusa. L'arte di un'epoca più vicina a noi di quanto si pensi perché segnata - a metà Seicento - da una grave epidemia, allora di peste. L'evento - che don Caccia ha curato assieme a Castore Sirimarco e che conta sul sostegno della fondazione De Mari - è un'occasione davvero per tutti, al di là ovviamente della propria fede.
Nel servizio le interviste a monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo di Albenga-Imperia e a don Emanuele Caccia, curatore della mostra "Onde Barocche".
Un tesoro spesso nascosto anche nelle realtà più piccole, tanto che è già visitabile un'appendice a Pieve di Teco e presto ne apriranno altre, per una vera e propria mostra diffusa. L'arte di un'epoca più vicina a noi di quanto si pensi perché segnata - a metà Seicento - da una grave epidemia, allora di peste. L'evento - che don Caccia ha curato assieme a Castore Sirimarco e che conta sul sostegno della fondazione De Mari - è un'occasione davvero per tutti, al di là ovviamente della propria fede.
Nel servizio le interviste a monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo di Albenga-Imperia e a don Emanuele Caccia, curatore della mostra "Onde Barocche".