Carcere di Marassi, trasferito il detenuto salito sul tetto per protesta

Attacco del sindacato di polizia penitenziaria: "Vertici indecisi e con idee molto confuse"

Carcere di Marassi, trasferito il detenuto salito sul tetto per protesta
TgRLiguria
Carcere di Marassi, l'intervento delle forze dell'ordine

E’ stato trasferito questa mattina il detenuto, che ieri, dopo due ore di trattative, è stato convinto dalla Polizia penitenziaria, a scendere dal tetto del carcere di Marassi dove si era arrampicato per protesta. "Si è rischiato grosso - il commento di Fabio Pagani, segretario regionale della UILPA Polizia Penitenziaria - con un gesto di protesta estremo che è indice del disagio in cui versa l’utenza, specie quella affetta da patologie psichiatriche e che rimane pressoché abbandonata a se stessa, che avrebbe potuto mettere a rischio l'incolumità di passanti e automobilisti, considerato il lancio di pezzi di ardesia in strada e che evidenzia la vulnerabilità del sistema penitenziario, le cui sorti si reggono sul sacrificio degli operatori, primi fra tutti quelli del corpo di Polizia penitenziaria in sottorganico , stanco e demotivato e con i vertici dell’istituto di Marassi, indecisi e con idee molto confuse".

Il detenuto era riuscito scavalcare la recinzione del cortile passeggi della terza sezione per poi arrampicarsi sul tetto del panificio del carcere. Dopo la chiusura della direttrice a mare di corso de Stefanis, con deviazione della viabilità, una lunga trattativa col recluso per convincerlo a scendere dal tetto. Atto estremo di una protesta generale che dura da sette giorni dentro la struttura genovese.

E che ha spinto il sindacato a un duro attacco alla direzione del carcere. “Dovrebbe essere affidato a persone all’altezza - ha detto Pagani - sennò è come affidare una Ferrari a un neo patentato”