"Condannate Leopizzi a 8 anni". I pm vogliono indagare Zarbano per falsa testimonianza

In oltre cinque ore di requisitoria, i pm Rombolà e Vona hanno ricostruito il clima di tensione tra il Genoa e alcuni ultras culminato, secondo l'accusa, nell'estorsione in cambio della pace del tifo

Hanno chiesto la condanna per Massimo Leopizzi a 8 anni e a una multa di 4.500 euro; per Arthur Marashi a 7 anni e 10 mesi. E poi Fabrizio Fileni (3 anni e 7 mesi), Paolo Taccone (2 anni e 6 mesi), Piermarco Pellizzari (2 anni e 4 mesi), Davide Traverso (un anno e 3 mesi) e gli altri tifosi imputati: quindici in tutto (un'assoluzione per Alessandro Romano). 

Secondo i magistrati che sostengono l'accusa al processo sulla presunta estorsione ai danni del Genoa sono responsabili di quello “stato di soggezione”, un clima di “ricatti”, una “giustizia parallela in cui bastava persino da lontano una telefonata del capo ultras della Brigata Speloncia, Massimo Leopizzi, per decidere le azioni di governo” della Gradinata Nord. Un "turbamento dell'ordine pubblico come mai successo in Italia", ha detto la pm Francesca Rombolà durante la requisitoria, fatto di violenze private: pullman bloccati all'aeroporto, blitz al ristorante, ritiri anticipati, minacce a un panettiere doriano per avere la focaccia gratis o sconti sulle birre, invasioni a Pegli e - non ultima - la resa delle maglie, il 22 aprile 2012, durante la gara con il Siena: secondo l'accusa, una struttura associativa per commettere dei reati. 

Il pm Giancarlo Vona ha provato a dimostrare la presunta estorsione da più di 320 mila euro, negli anni tra il 2010 e il 2017, in cambio della pace del tifo: denaro schermato attraverso false fatturazioni tra la società di steward 4AnyJob e la Sicurart dell'imputato Arthur Marashi, specializzata in sicurezza allo stadio di cui Leopizzi, secondo l'accusa, sarebbe stato socio occulto. La tesi di fondo è: perché il Genoa pagava di più della Sampdoria? 

Il magistrato, facendo riferimento ad alcune reticenze e "non ricordo" durante il dibattimento, ha annunciato che chiederà al Tribunale la trasmissione degli atti alla Procura per indagare per falsa testimonianza sia Roberto Anchini, ex direttore della 4AnyJob, sia l'ex amministratore delegato rossoblu, Alessandro Zarbano, sia il titolare della panetteria della Foce (che in aula aveva minimizzato le presunte intimidazioni) "perché non potevano non sapere del sistema Leopizzi".