Cambiare la legge sulle tossicodipendenze. La proposta delle associazioni

Alla vigilia della conferenza nazionale di Genova voluta dal ministero, arrivano le proposte da chi lavora sul campo con le fragilità

È cambiato il mondo, sono cambiate le mafie e il narcotraffico, le sostanze stupefacenti sono di più e diverse, differenti anche i consumatori. Quelli che non sono cambiati sono i tabù quando si parla di droghe e tossicodipendenze e, in Italia, una legge: la 309\90. Una legge il cui unico tentativo di riforma, quello firmato Fini-Giovanardi è stato bocciato dalla Corte Costituzionale. Una legge non rispettata, perché prevedeva conferenze nazionali sulle dipendenze da convocare ogni 3 anni e invece ne sono trascorsi 12 dall'ultima. La prossima, promossa dalla Ministra alle Politiche Giovanili con delega sul tema, Fabiana Dadone, inizierà a Genova domani. Fuori da quella conferenza oggi hanno iniziato a riunirsi associazioni, gruppi sociali, realtà che da sempre si confrontano sul campo sul tema delle tossicodipendenze, ma anche del contenimento del danno, dell'uso consapevole delle sostanze. Il loro vuole essere un contributo, un invito alla riforma radicale.

"Una legge scaduta" - dicono gli intervenuti al tavolo della sala del Capitano di palazzo San Giorgio, a Genova. Alla ministra Dadone chiedono un approccio diverso, fondato sulla salute, la conoscenza, l'educazione, i diritti alla casa al lavoro - ad esempio - per superare le fragilità e non rafforzarle, criminalizzandole.

Nel video l'intervista a Don Luigi Ciotti, presidente Libera