Covid, detonatore per i disturbi psichiatrici: boom di richieste di aiuto

Gli addetti al settore denunciano però un'offerta dello Stato troppo carente: il racconto nella seconda puntata dell'inchiesta TgR

Per chi soffriva di disturbi psichiatrici, il lockdown è stato quasi impossibile da sopportare. Negli spazi dell'ex manicomio di Quarto, da anni i volontari dell'Istituto per le Materie e Forme Inconsapevoli organizzano una scuola e attività di arteterapia: laboratori di ceramica, disegno, danza, yoga. Dopo i primi mesi di isolamento forzato, sono state tra le prime attività a ripartire. Ad oggi, però, molti utenti non sono tornati. 

Prosegue il viaggio-inchiesta Macerie, le conseguenze psicologiche di due anni di pandemia: la seconda puntata si occupa dei disturbi psicologici e psichiatrici, con il Covid che si è rivelato un detonatore per tanti disagi prima latenti. Secondo uno studio dell'ordine degli psicologi gli studi clinici hanno registrato il 30% in più di richieste. Se è aumentata la richiesta di aiuto, l'offerta dello Stato è rimasta troppo carente, denunciano psicologi e psichiatri. Tra le misure più criticate c'è la decisione del governo di non rinnovare con l'ultima legge di bilancio il bonus psicologo, un aiuto economico per chi non poteva permettersi le cure. 

In Liguria sono poco più di 200 gli psicologi nel servizio pubblico, per molti si avvicina l'età della pensione. Riescono a rispondere solo al 25% delle prestazioni richieste. A fine ottobre il Consiglio regionale ha approvato una mozione per l'inserimento del servizio di psicologia all'interno del sistema sanitario regionale: il cosiddetto psicologo di base. L'appello ora, è che sia data effettiva attuazione al provvedimento. 

Nel servizio le interviste a Massimo Casiccia, presidente Imfi, a Roberto Manfredi, operatore del Centro Basaglia, allo psichiatra Luigi Maccioni, a Lucio Ghio, direttore del Dipartimento di Salute mentale Asl 3 e a Mara Donatella Fiaschi, presidente dell'Ordine degli psicologici della Liguria.