3 maggio: viene "inventata" la Riviera dei Fiori
Il nome viene studiato a tavolino nel 1946 per provare a rilanciare l'economia e il turismo, sulla scia del successo della Costa Azzurra in Francia
di Valentina Gregori
Fiori e Riviera, due parole chiave evocative, di mare, panorami rigogliosi e clima dolce. All'indomani della Seconda guerra mondiale, nell'estremo Ponente ligure si pensa a una nuova denominazione per rilanciare l'economia e il turismo: il modello è la Francia, dove nel 1887 il poeta Stephen Liégeard ha creato il nome Côte d'Azur, dal grandissimo successo.
Nella primavera del 1946 a Ventimiglia il dibattito è acceso. Il fondatore dell'Istituto internazionale di Studi liguri, Nino Lamboglia, propone "Porta occidentale d'Italia", dal titolo di un libro sulla storia e le tradizioni di questo angolo di Liguria dell'inglese Edward Berry. Prevale, invece, "Riviera dei Fiori". Un nome destinato a costituire per i decenni a venire l'elemento unificante delle iniziative turistiche del tratto che va da Alassio a Ventimiglia.
Il tesoro della Riviera è il suo clima unico, che viene studiato a fondo e che gli esperti definiscono "il più secco dei climi umidi, e il più umido dei climi secchi": una temperatura media annuale di 15,8°C, precipitazioni medie annue per 758 mm (nel periodo 1955-1992), 2900 ore annuali di soleggiamento nei primi anni 2000.
A questo si aggiunge un terreno particolarmente adatto non solo ai fiori, ma anche ad altre coltivazioni di alta qualità, come le erbe aromatiche e l'ulivo.
Nella primavera del 1946 a Ventimiglia il dibattito è acceso. Il fondatore dell'Istituto internazionale di Studi liguri, Nino Lamboglia, propone "Porta occidentale d'Italia", dal titolo di un libro sulla storia e le tradizioni di questo angolo di Liguria dell'inglese Edward Berry. Prevale, invece, "Riviera dei Fiori". Un nome destinato a costituire per i decenni a venire l'elemento unificante delle iniziative turistiche del tratto che va da Alassio a Ventimiglia.
Il tesoro della Riviera è il suo clima unico, che viene studiato a fondo e che gli esperti definiscono "il più secco dei climi umidi, e il più umido dei climi secchi": una temperatura media annuale di 15,8°C, precipitazioni medie annue per 758 mm (nel periodo 1955-1992), 2900 ore annuali di soleggiamento nei primi anni 2000.
A questo si aggiunge un terreno particolarmente adatto non solo ai fiori, ma anche ad altre coltivazioni di alta qualità, come le erbe aromatiche e l'ulivo.