"Carige non doveva essere commissariata"

Carige non doveva essere commissariata nel 2019: il tribunale della UE dà ragione ad una piccola azionista

Francesca Corneli, ex piccola azionista della Carige, ha vinto in giudizio contro la Banca Centrale Europea. 
Il tribunale della Unione Europea oggi ha sentenziato che il commissariamento di Carige deciso dalla BCE è da annullare perché fu applicata erroneamente una direttiva comunitaria e non la normativa nazionale che non obbligava all'amministrazione straordinaria.

L'istituto genovese aveva accumulato perdite per oltre 1,6 miliardi di euro tra dicembre 2014 e l'1 gennaio 2019, la BCE adottò una misura d'intervento che fissava degli obiettivi da raggiungere tra il 2017 e il 2019 per i prestiti deteriorati e la relativa copertura. Le attività poste in essere dalla banca per il conseguimento degli obiettivi furono infruttuose. Nel corso dell'assemblea generale del 22 dicembre 2018 la proposta di aumentare il capitale fu oggetto di opposizione da parte degli azionisti che detenevano il 70% del capitale. A seguito di questi avvenimenti, avevano rassegnato le dimissioni il presidente, il vicepresidente, il direttore generale e la maggioranza dei consiglieri d'amministrazione, così comportando la decadenza del consiglio di amministrazione.

Il primo gennaio 2019 la BCE decise di porre la banca in amministrazione straordinaria con una serie di effetti: scioglimento del consiglio di amministrazione della banca e sostituzione dei vecchi membri con tre amministratori temporanei, tra cui Modiano e Innocenzi, che erano stati rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e direttore generale di tale istituto; scioglimento del comitato di vigilanza della banca e sostituzione degli ex membri con altre tre persone; attribuzione ai nuovi organi del compito di "adottare le misure necessarie per garantire che la banca si conformi nuovamente ai requisiti patrimoniali in modo duraturo". Con successive decisioni della BCE, l'amministrazione straordinaria fu prorogata fino al 31 gennaio 2020.

La sentenza di oggi nel servizio di Riccardo Tivegna e l'intervista a Francesca Corneli