Parco del Beigua, scongiurare l'apertura di miniere di titanio

A rischio l'intero territorio, sindaci contrarie e un contenzioso già in atto con la Compagnia europea del titanio

Le ultime dichiarazioni del ministro alle Imprese Adolfo Urso, sulla necessità di riaprire le miniere italiane per estrarre le materie prime critiche indicate dall'Europa, hanno risvegliato i timori di abitanti e istituzioni del parco del Beigua. Qui, a Piampaludo, si stima che ci sia il giacimento di titanio più grande d'Europa. Oltre 9 milioni di tonnellate, il 5% del monte Tarinè, per quella che è una materia preziosa soprattutto per fare vernici. 

Una potenziale corsa all'oro contemporanea che spaventa i sindaci e l'ente parco. Il presidente Daniele Buschiazzo sottolinea i rischi legati all'estrazione, con la dispersione di amianto e l'inquinamento dei torrenti. La maggior parte del materiale estratto poi sarebbe sterile e destinato alla discarica. In corso c'è anche un contenzioso tra sindaci, parco e regione da una parte e la Compagnia europea del titanio dall'altra. La richiesta della compagnia di effettuare ricerche con prelievo di campioni sul territorio è stata bloccata dal Tar, ora si attende la decisione del Consiglio di stato.