L'omicidio di Alice Scagni e i presunti allarmi inascoltati, archiviata l'inchiesta

Per il giudice i due poliziotti e il medico del servizio di salute mentale, non avrebbero potuto impedire il delitto da parte del fratello Alberto

L'omicidio di Alice Scagni per mano del fratello Alberto era "imprevedibile" e non c'erano state precise denunce in precedenza, ma solo una serie di segnalazioni in vari luoghi, momenti e da parte di persone diverse. 

Per questo il giudice Carla Pastorini ha accolto la richiesta di archiviazione del procedimento a carico di due agenti di polizia e una dottoressa della Salute mentale. I tre erano indagati nell'inchiesta sulle presunte omissioni e carenze nella gestione di Alberto nelle settimane precedenti il delitto, avvenuto il 1 maggio 2022 a Genova Quinto. L'indagine era partita dopo le denunce dei genitori di Alice e Alberto

Secondo la pm Paola Crispo, che aveva chiesto l'archiviazione, gli agenti avrebbero agito correttamente e secondo le procedure previste. Contraria l'opinione dell'avvocato della famiglia Scagni, Fabio Anselmo, che aveva sottolineato alcune contraddizioni nelle testimonianze degli agenti in merito alla loro consapevolezza delle precedenti minacce di Alberto. 

Alberto Scagni per l'omicidio è stato condannato a 24 anni e mezzo ed è stato dichiarato seminfermo di mente. Il 16 aprile inizierà il processo di appello.