Caro energia, si fermano le prime imprese

Stop di dieci giorni alla Fonderia di Torbole, nel bresciano, e alla cartiera Progest nel mantovano

Caro energia, si fermano le prime imprese
Ansa
Con i prezzi di petrolio e gas alle stelle arrivano le prime chiusure. In provincia di Brescia si ferma la produzione alla Fonderia di Torbole Casaglia per 10 giorni. Lo stabilimento in provincia di Brescia aveva già dovuto sospendere le attività a dicembre e il 27 dicembre aveva ospitato un incontro con diverse associazioni industriali sul tema del caro energia. Altri stop potrebbero arrivare a breve. I primi fermi alle catene produttive, sempre nel bresciano, sono segnalati alla Ori Martin, all’Alfa Acciai e alla Feralpi ci sono invece cancellazioni di turni. 

Il grido d'allarme era stato lanciato ancora prima dell'invasione russa: i costi dell'energia sommati a quelle delle materie prime stavano rendendo anti economico produrre, soprattutto per acciaierie e fonderie, imprese energivore per eccellenza e particolarmente presenti in Lombardia. Qualcuno aveva spostato la produzione negli orari in cui l'elettricità è meno cara, ma ora non è più sufficiente.

Difficoltà e chiusure sono segnalate anche in altri settori. Il gruppo Progest ha annunciato un fermo temporaneo alla produzione delle 6 cartiere del gruppo tra cui quella di Mantova, ex Burgo. La durata della fermata non è stata ancora comunicata. Restano in funzione gli altri 20 stabilimenti del gruppo, operativi su attività meno energivore come la produzione di cartone. 

Il prezzo di riferimento dell'energia elettrica è aumentato in sei mesi del 170% e in un anno addirittura dell'870%. Gli ordini in portafoglio non mancano, ma le imprese segnalano la difficoltà di reggere la concorrenza dei paesi, anche europei, dove viene alleggerito il costo dell'energia. Ci sono i problemi di approvvigionamento di materie prime e prodotti arrivano da Russia e Ucraina: dal Nichel, al Grano, ai fertilizzanti.
Una doccia gelata per le imprese lombarde che dopo essere tornate ai livelli pre Covid speravano di proseguire nella crescita. 

Il servizio di Marzio Quaglino