Esselunga versa all'Agenzia delle entrate 48 milioni

La stessa cifra era stata sequestrata al colosso dei supermercati dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese, nell'inchiesta sui cosiddetti "serbatoi di manodopera"

Esselunga versa all'Agenzia delle entrate 48 milioni
Ansa
La catena Esselunga

Esselunga ha versato circa 48 milioni di euro all'Agenzia delle Entrate, dopo che, lo scorso giugno, nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Milano per una presunta frode fiscale sull'Iva attraverso i cosiddetti "serbatoi di manodopera", quella stessa cifra era stata sequestrata al colosso dei supermercati dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese.

Col risarcimento sul fronte tributario si alleggerisce la posizione penale. Secondo l'indagine, la presunta maxi frode era stata portata avanti con lo schema della cosiddetta "somministrazione illecita di manodopera" che avrebbe comportato un "sistematico sfruttamento dei lavoratori" e "ingentissimi danni all'erario". Il pubblico ministero aveva parlato di un "sistema", già emerso in altre indagini da lui istruite, attraverso il quale grandi aziende si garantiscono "tariffe altamente competitive" sul mercato "appaltando manodopera" in modo irregolare per servizi di logistica e "movimentazione merci". Con i lavoratori che, anche in questo caso, secondo l'accusa, di fatto lavoravano
per la grande impresa, ma sulla carta erano dipendenti di cooperative, consorzi e altre società, i cosiddetti "serbatoi di manodopera", che nascevano e morivano in breve tempo, lasciando debiti.

Intanto, anche Geodis, colosso della logistica e coinvolto in un'altra inchiesta simile della Procura milanese, ha versato oltre 30 milioni all'Erario.