La protesta dei pescatori del lago di Garda contro il divieto al coregone

Mobilitazioni clamorose possibili per opporsi al no al ripopolamento della specie ittica molto comune nei laghi lombardi. Una deroga è stata concessa a Como e Iseo, ma non al Benaco

Servizio di Pierluigi Ferrari. Intervistati: Marco Cavallaro, pescatore di Desenzano del Garda; Simone Bocchio, pescatore di Manerba del Garda; Oliviero Sora, Fai Cisl

Da due anni lo stabilimento ittiogenico di Desenzano non sforna più coregoni. Ne produceva decine di milioni di avannotti. Lo ha vietato il ministero dell'Ambiente, considerandola specie aliena nonostante nuoti nel Benaco da 100 anni e rappresenti ormai l'80 per cento del pescato. Secondo i pescatori, è una fonte di reddito importante per loro e per la ristorazione.

Una deroga è arrivata per i laghi di Iseo e Como, dove il coregone si chiama lavarello, ma non per il Garda. Il problema, sembra, è la concorrenza con il carpione, specie autoctona a rischio estinzione. Concorrenza che non esiste per i pescatori pronti a proteste eclatanti.