"I nomi dei nostri cari strappati all'oblio della storia"

Sei nuove pietre d'inciampo volute dall'Aned ricordano altrettanti pavesi prigionieri nei campi di concentramento. Tornò solo Camilla Campana

Nel marzo del 1944 bastava partecipare a uno sciopero per finire da un calzaturificio di Cilavegna, in Lomellina, ad Auschwitz e quindi a Buchenwald. Camilla Campana fu liberata dai russi e riuscì a tornare a casa, dove visse fino all'82. Oggi il figlio Francesco Maccaferri riceve la pietra d'inciampo che la ricorda.

Sono 298 i deportati (ebrei, partigiani, militari che non aderirono alla repubblica di Salò, oppositori politici) di cui l'Aned ha ricostruito le storie, 50 le pietre d'inciampo che li ricordano. Le ultime 6 verranno installate in questi giorni. 

Con i familiari di Camilla Campana, Nino Negri e Mario Spadari raccontiamo le loro storie. Nel video anche la testimonianza e riflessione di Enzo Fiano direttore del Conservatorio Vittadini di Pavia e figlio di Nedo sopravvissuto alla Shoah.