Fondazione Gimbe: "Le Marche accelerino sull'assistenza domiciliare integrata"

Pubblicato il rapporto sui sistemi sanitari regionali. Bene l'adempimento dei livelli essenziali, ma resta il macigno della mobilità passiva

Fondazione Gimbe: "Le Marche accelerino sull'assistenza domiciliare integrata"
TGR Marche
Mobilità passiva

Dal 2010 a oggi, il divario tra nord e sud è aumentato, mettendo a rischio l'equità di accesso alle cure. Questa la fotografia scattata dalla Fondazione Gimbe che ha analizzato l'impatto che l'autonomia differenziata avrebbe sui sistemi sanitari regionali. Un quadro che pone le Marche tra le realtà virtuose, almeno per quanto riguarda l'adempimento dei LEA, i livelli essenziali di assistenza, quelle prestazioni che le Regioni devono garantire ai cittadini gratuitamente o dietro pagamento di un ticket.

Nel periodo 2010 - 2019, il tasso di adempimento delle Marche è appena superiore all'84%, contro una media nazionale inferiore al 76%. Quasi il 16% delle risorse assegnate, dunque, non ha generato servizi. La nostra regione ha però perso una posizione tra il 2020 e l'anno successivo, scivolando dal quinto al sesto posto, nonostante un incremento del punteggio sui livelli di assistenza. 

Sotto metà classifica, invece, per quanto riguarda gli obiettivi di assistenza domiciliare degli over 65. Per raggiungere il target 2026, fissato dal PNRR, di curare a casa un decimo della popolazione anziana, le Marche dovrebbero incrementare le prestazioni del 156%.

Sul sistema sanitario regionale pesa il dato della mobilità passiva, che nel periodo 2020 - 2021 ha accumulato un saldo negativo che supera i 450 milioni di euro. 

Bene l'aspettativa di vita, 83,3 anni, tra le più alte in Italia. Di poco sufficiente il numero di infermieri ogni 1000 abitanti: sono quasi 6 contro una media nazionale che supera di poco i 5.