Pescherecci fermi, la protesta continua

Pescatori delle Marche sono andati da colleghi di località del Tirreno e di altre aree dell'Adriatico per convincerli a non uscire in mare

È un lavoro di giorni, e di notti. Costruire la protesta e rinsaldare un fronte che si sviluppa su 8 mila chilometri di costa e rischia di sfaldarsi.
Così eccoli alcuni pescatori di Porto San Giorgio, di ritorno dopo aver cercato di convincere tutti i colleghi del Tirreno a non uscire in mare.Pescherecci tutti fermi e uno stato di agitazione che deve portare al tetto governativo sul prezzo del gasolio. Ma i problemi sono tanti. Dalle defezioni di chi anche stamattina sarebbe uscito in mare in Toscana alle spese vive e di famiglia di chi fa il pescatore da quando ha 15 anni.

Anche a Civitanova ci si guarda negli occhi chiedendosi quando arriveranno misure urgenti dal governo. In tanti chiamano in causa difformità normative profonde dentro l'unione europea.  

Alle 17 è atteso un incontro con il presidente della Regione, Francesco Acquaroli. E intanto si cerca di risolvere un altro problema. Nelle ultime settimane i grossisti si sono serviti di prodotto di importazione dall'estero.

Per questo si sta lavorando a un accordo. Si dovrebbe usare ciò che è stato già acquistato e poi smettere di comprare pesce da fuori per aiutare la protesta. Qui ognuno è un anello della catena che rischia di saltare.