Filottrano, un percorso nei luoghi della guerra

E' il primo "Battlefield tour" italiano. E lo ha seguito anche un tiratore scelto oggi centenario, testimone diretto degli scontri tra soldati italiani e tedeschi nel luglio 1944

Erano i giorni in cui i tedeschi mitragliavano e gli inglesi avevano deciso di fermarli bombardando Filottrano. Ma i paracadutisti della divisione Nembo si opposero. E insieme ai polacchi scelsero di combattere sul campo lasciando fuori i civili.

Luigi Tosti ha visto la storia dal suo binocolo. Nel 1944 era un tiratore scelto, incaricato di proteggere proprio i paracadutisti del corpo italiano di liberazione. Oggi ha 101 anni e mentre segue il primo “battlefield tour” italiano ci racconta di quando decise di non sparare al nemico.

“Questi giovani ragazzi che erano già in parte in armi prima dell'8 settembre 1943 qui combatterono all'esterno della cittadina di Filottrano e poi all'interno, arrivando a liberare dai tedeschi questa località”, ci spiega il Prof. Federico Ciavattone, organizzatore del percorso insieme all'Associazione nazionale paracadutisti d'Italia.

Filottrano dunque andava liberata per consentire di arrivare ad Ancona e all'Adriatico. Ma furono i paracadutisti italiani ad evitare lo scenario peggiore del bombardamento. E furono sempre i paracadutisti della Nembo a volare su Poggio Rusco, nel Mantovano. 

Ma anche i civili fecero la propria parte e pagarono un prezzo. Lo zio di Giuseppe si era incaricato di raccogliere i soldati feriti. “Doveva andare mio nonno e lui gli disse: senti babbo, ci vado io perché tu hai altri nove figli. Io sono da solo”, ci racconta. “Ma attraversando il fiume, è finito sopra una mina che è esplosa”. Morirono tutti, soccorritori e feriti, ed è un'altra pagina di quella battaglia che durò complessivamente dal 30 giugno al 9 luglio, quando Filottrano fu liberata.

La guerra è difficile da vivere e dura da ricordare, dice Luigi. "Spero di non aver colpito tutti gli uomini contro cui miravo allora".