Cassese all'Università Politecnica: "Il merito? In Italia ce n'è poco: a scuola non esiste"
Ex membro della Corte Costituzionale, ex ministro, preside della Facoltà di Economia di Ancona fino al 1974: "Non tornavo da 50 anni", dice Cassese, che reclama l'importanza di selezionare il personale pubblico in modo indipendente e trasparente
50 anni dopo torna a Villarey, Sabino Cassese, dove fu preside della Facoltà di Economia dal 1970 al 1974. Un amarcord fatto di storia e citazioni, quello del Giudice Emerito della Corte Costituzionale, che parte dal sistema meritocratico cinese del 1700, e arriva alla legge americana che nel 1883 metteva fine allo spoils system negli Stati Uniti: il Pendleton Act.
Avanzare per merito o per fedeltà, essere scelti per il talento, oppure per l'obbedienza verso chi detiene il potere. Questo il cuore della sua lezione, questo in fondo, il grande dilemma posto da Cassese. Che come esempio di meritocrazia cita il sistema universitario inglese, dove il collegio degli esami è composto da docenti diversi da quelli che insegnano i corsi durante l'anno. E a domanda risponde: “Perché non fare lo stesso dentro le aziende? All'Istituto Universitario Europeo di Firenze ho visto professori di 60 anni dover fare gli esami, e tremare, davanti a commissioni di 5-7 commissari esterni: beh, è molto, molto educativo!”.
Sulla diffusione del merito nella nostra società un paio di rasoiate destinate al mondo della scuola ("Se lo stipendio degli insegnanti non cresce mai vuol dire che il merito non viene mai davvero valutato") e alla sanità: “Lo spoils system qui comporta criteri di scelta fortemente influenzati da criteri partitici, non solo a livello di portantini, ma anche nella selezione dei chirurghi”.
A margine della lectio il presidente dell'Istituto ISTAO di Ancona, Mario Baldassarri, ha annunciato che prossimamente un membro della Fondazione Giorgio Fuà - organizzatrice dell'incontro di Villarey - sarà, da statuto, incluso nel CDA di ISTAO.