Domani presidio del comitato "Dignità e verità vittime covid" davanti al Tribunale

In occasione dell'udienza davanti al Gip sulle denunce per l'emergenza coronavirus. Per l'avvocato Iacovino, in sede civile i periti hanno riconosciuto il "nesso di causalità tra un decesso covid in regime di ricovero e la gestione del paziente"

Domani presidio del comitato "Dignità e verità vittime covid" davanti al Tribunale
Tgr
Il Tribunale di Campobasso

Inchiesta sulla gestione della pandemia: domani è in programma al Tribunale di Campobasso l'udienza davanti al G.i.p. per decidere se archiviare o meno le denunce del comitato "Dignità e verità vittime covid". Per l'occasione, una rappresentanza dell'associazione sarà presente in piazza Vittorio Emanuele, davanti al Tribunale, per ricordare le oltre 700 morti per coronavirus in Molise. “Decessi che hanno dei colpevoli - afferma la presidente Nadia Perrella - per questo vogliamo la verità, si accertino i fatti, le cause e le concause dei decessi, si ascoltino i medici, gli infermieri e i primari che hanno denunciato la gestione scellerata dell’emergenza pandemica e la diffusione del virus in ospedale, si approfondiscano le indagini con quesiti appropriati e con consulenti universitari di primarie strutture sanitarie pubbliche di regioni diverse anche in virtù di quelle che - per il comitato - sono le responsabilità gestionali, amministrative e mediche già accertate dal tribunale civile di Campobasso”.

Al riguardo, il legale del comitato "Dignità e verità vittime covid", Vincenzo Iacovino, comunica che per la prima volta viene messo nero su bianco il nesso di causalità tra un decesso covid in regime di ricovero e la pessima gestione del paziente deceduto. “Per la prima volta i periti di un Tribunale italiano accertano che un paziente covid è morto a causa delle condotte tenute dai sanitari nell’ospedale in cui era ricoverato” afferma il legale, citando il caso di un paziente molisano la cui cronistoria medica è ora oggetto di causa giudiziale. L’uomo era arrivato al Pronto Soccorso del Cardarelli il 3 gennaio del 2021, per una patologia tempo-dipendente. Era risultato negativo al primo tampone molecolare eseguito all’ingresso nella struttura di prima emergenza, dove era rimasto tre giorni per i primi accertamenti ed era negativo anche al secondo e al terzo tampone. Solo il18 gennaio, dopo quindici giorni di permanenza in ospedale, era risultato positivo al quarto tampone molecolare. Il paziente era stato dunque trasferito presso l'unità operativa Anziano Fragile, dopo una diagnosi di polmonite bilaterale, ma le sue condizioni erano aggravate velocemente. Il 5 febbraio il quadro generale appariva significativamente compromesso e alle ore 19.40 dello stesso giorno veniva constatata la morte del paziente.

Per questo i familiari della vittima, acquisita la cartella clinica, hanno chiamano in causa l’Azienda Sanitaria Regionale del Molise per un accertamento tecnico preventivo del decesso. “I consulenti nominati dal Tribunale hanno depositato la perizia definitiva, accertando la responsabilità amministrativa e sanitaria come causa del decesso nosocomiale per covid contratto durante il ricovero” sottolinea lo studio Iacovino, per il quale i periti “danno atto che nel modulo di consenso/dimissioni volontarie, privo di data, il decesso sarebbe derivato da una insufficienza respiratoria acuta secondaria a polmonite bilaterale da SARS-CoV-2 insorta in un soggetto con gravi comorbilità, dopo aver sottolineato che la positività al virus era emersa dopo 15 giorni dal ricovero, rendendo più che probabile che l’infezione SARS-CoV-2 sia stata contratta in costanza di ricovero”.

Per i periti del Tribunale, conclude Iacovino, il decesso del paziente è causalmente riferibile a “omissioni e deficienze di carattere di organizzativo, responsabili della trasmissione del contagio da SARS-Cov2 avvenuto all’interno dell’Ospedale “Cardarelli” di Campobasso, e “a condotte sanitarie del tutto inadeguate alla gestione clinica del paziente” che, qualora adeguatamente assistito, nonostante l’infezione virale nosocomiale sarebbe, verosimilmente, sopravvissuto alle patologie che avevano motivato il ricovero.