Protagonisti del Piemonte

Bruno Segre, un secolo per i diritti

Avvocato e giornalista nel segno della libertà

Bruno Segre, un secolo per i diritti
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Bruno Segre

Una volta Enzo Biagi scrisse che la vecchiaia è il tempo in cui i ricordi sono più forti delle speranze. Anche per Bruno Segre è così, ma non totalmente, perché nella lucidità dei suoi quasi 104 anni speranze e ricordi continuano a camminare insieme. Giornalista, avvocato, partigiano, politico: le tante facce di una vita lunghissima che ha attraversato i drammi e gli slanci del novecento.

Nato a Torino nel 1918 da padre di origine ebraica, si laureò in Legge il 15 giugno del 1940, cinque giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia. Le leggi razziali non gli permisero di esercitare la professione di avvocato e Segre si guadagnò da vivere dando lezioni private e cominciando a collaborare con alcuni pseudonimi ad alcune riviste. Arrestato per due mesi nel 1942, l’anno successivo entra in clandestinità con la sua famiglia sfollando tra Busca, Caraglio e Dronero, nel cuneese. Nel settembre del 1944 viene catturato e rinchiuso prima nella caserma di via Asti e poi nel carcere Le Nuove di Torino, da dove sarebbe riuscito a fuggire per miracolo.

 

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Bruno Segre

Iniziò in quel momento la sua esperienza nella Resistenza nella prima divisione alpina "Giustizia e Libertà" a Pradleves in Val Grana. Dopo la Liberazione, tornò al giornalismo lavorando nel quotidiano liberale “L’Opinione”: un’esperienza che gli permise di conoscere i grandi del tempo, da Alcide De Gasperi a Ferruccio Parri, da Piero Calamandrei a Gaetano Salvemini. Nel frattempo, nel 1948 iniziò la sua carriera da avvocato, senza rinunciare alla scrittura con la rivista mensile “L’incontro”, fondata nel 1949 ed edita per settant’anni, fino al 2018.

Segre non smetterà mai di portare avanti i suoi ideali. Fu uno dei primi avvocati a difendere gli obiettori di coscienza dalla leva obbligatoria, uno dei volti della campagna a favore della legge sul divorzio, consigliere comunale dal 1975 al 1980 per il Partito socialista, da cui uscì in polemica con la gestione di Bettino Craxi.

Il 4 settembre del 2018, giorno del suo centesimo compleanno, il suo pensiero andò come sempre ai giovani. Un augurio e un mandato: imparare a ragionare con la propria testa, avendo fissi i valori di libertà, democrazia, indipendenza.

 

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