Echi di guerra

Bloccato in uno scantinato vicino a Kiev: "Venite a prenderci"

Un imprenditore originario di Chieri lancia un appello alle istituzioni. "Noi non riusciamo a muoverci, da un lato non ci sono più le strade, dall'altro ci sono i russi".

"Fino a ieri sparavano. Adesso si sentono in lontananza degli spari. Mi dicono che a destra ci sono i russi. A sinistra ci sono tutte le strade rotte... E dove vado? O vado in bocca al lupo o rimango a metà con la macchina spaccata". Chiede aiuto. Implora le istituzioni di intervenire, di andare a prenderli.

A parlare è un imprenditore nato a Chieri, nel Torinese. Da sei anni vive in Ucraina. Da giorni, con la moglie e i suoi due cani, è bloccato a qualche chilometro da Kiev. In uno scantinato dove ormai manca tutto: "Poca roba è rimasta. Poca roba e poca acqua. C'è solo un piccolo negozio qui, preso d'assalto ovviamente da residenti di questo paesino. Hanno preso tutto perché giustamente hanno fame e sete. Non ci sono medicine, io stavo cercando per la pressione non c'è nulle..."

Quando la Russia l'altra notte ha attaccato, ha pensato ai tuoni, alla pioggia: "Mi son svegliato e ho sentito tipo temporale. E ho detto "piove!". Ho aperto gli occhi, ho visto che c'era il sole e ho detto: hanno sparato. 

L'uomo è in contatto con l'ambasciata italiana a Kiev. Raggiungerla sarebbe la soluzione ideale. Ma fuori c'è la guerra: "Loro mi hanno dato l'indirizzo. Con Google in qualche modo ci arrivo con la macchina. Però come? Dove passo? I ponti sono spaccati, le strade sono spaccate. Da una parte ci sono i russi... Dove passo? O cammino a piedi nella foresta ma penso che anche questo sia pericoloso. Poi mi ci vorranno tre giorni almeno... Siamo io, mia moglie e due cani... Non posso abbandonarli..."

Lo scantinato dove l'imprenditore è bloccato con la moglie Tgr Piemonte
Lo scantinato dove l'imprenditore è bloccato con la moglie