Stresa

Mottarone, spunta l'ipotesi di omessa manutenzione di un manicotto

Il nuovo capitolo è stato aperto, in contemporanea all'incidente probatorio e all'esame della fune e della testa fusa, dagli interrogatori di due tecnici finiti sotto inchiesta.

L'omessa manutenzione della funivia del Mottarone torna ad essere uno dei nodi fondamentali da sciogliere nell'indagine della Procura di Verbania per far luce sulle cause della tragedia dello scorso 23 maggio in cui sono morte 14 persone e solo una, il piccolo Eitan, è sopravvissuta. Questa volta, però, gli approfondimenti che andranno effettuati riguardano un manicotto ingrassato o lubrificato che avvolgeva il cavo proprio nel punto in cui si è sfibrato per poi tranciarsi e che si trova a pochi centimetri dalla testa fusa la quale, invece, non presenterebbe alcuna anomalia. Il nuovo capitolo è stato aperto, in contemporanea all'incidente probatorio e all'esame della fune e della testa fusa, dagli interrogatori di due tecnici finiti sotto inchiesta. 

Alle domande se avessero o meno eseguito la manutenzione di quel preciso segmento, ossia se avessero aperto quel manicotto per controllare lo stato del cavo, hanno negato di aver proceduto in quanto non toccava a loro e nessuno avrebbe mai indicato loro di fare quel tipo di manutenzione. I verbali di questi interrogatori, che risalgono alle scorse settimane, sono stati ora depositati, come atti integrativi, dal procuratore Olimpia Bossi e dal pm Laura Carrera al gip Elena Ceriotti, affinché vengano messi a disposizioni delle parti ossia dei periti dello stesso gip, dei consulenti dei 14 indagati e dei molti parenti delle vittime. 

E questo per offrire un nuovo tema da sviluppare. In particolare i periti dovranno chiarire se quella manutenzione andava o meno eseguita se l'omissione di cui parlano le due persone interrogate possa aver contribuito alla rottura del cavo che, unita alla disattivazione del freno di emergenza, ha causato la caduta della cabina numero 3 della funivia Stresa-Mottarone.