La questura di Novara aderisce al protocollo Zeus con il Cipm Piemonte

Violenza di genere, un percorso per gli uomini che maltrattano

L'obiettivo è ridurre le vittime partendo dalle cause

Violenza di genere, un percorso per gli uomini che maltrattano
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Sei arresti in flagranza di reato per violenza di genere; l’attivazione di dieci protocolli di “codice rosso”, con cui vengono assistite le vittime, contro i 40 dell’intero 2021. Nei primi due mesi di quest’anno la Questura di Novara è intervenuta sempre più di frequente per reprimere i reati di questo tipo, ma anche assistere le vittime, spesso donne ma anche bambini e bambine, ragazzi e ragazze che subiscono o sono presenti mentre vengono commessi questi reati. Secondo i dati forniti dalla criminologa Francesca Garbarino del Centro Italiano per la promozione della mediazione, associazione specializzate anche del recupero dei soggetti con radicati problemi nelle relazioni, l’83% degli uomini violenti ha subito maltrattamenti infantili oppure è stato testimone di atti violenti nei confronti della madre. Una spirale di disagio e di violenza che può essere fermata, mettendo in sicurezza le vittime, ma disinnescando anche i meccanismi che la causano. L’obiettivo principale è ridurre il numero delle vittime attuali e future. Per questo la Questura di Novara guidata da Rosanna Lavezzaro, la prima in Piemonte, ha deciso di aderire al Protocollo Zeus, strumento di prevenzione della recidiva di ogni forma di violenza di genere e domestica. 

Il protocollo coinvolge Il Cipm, e consente di ampliare l’efficacia dello strumento di natura amministrativa dell’Ammonimento del Questore previsto dalla legge per le condotte riconducibili alla violenza domestica e agli atti persecutori. Si tratta di un provvedimento che il Questore può assumere prima che si arrivi ad ambiti da procedimento penale e a condotte che sono penalmente punibili. E’ una sorta di “cartellino giallo”, che avverte la persona che quello che sta accadendo è un fatto non accettabile e pericoloso. I risultati, come ha confermato Luca Bollati, presidente di Cipm Piemonte, si vedono soprattutto nella riduzione della recidiva, ovvero la percentuale di coloro che dopo aver commesso atti violenti, essere stati denunciati o ammoniti, ricadono nella stessa modalità di comportamento: in genere questa percentuale si attesta tra il 20 e il 25%. L’esperienza milanese del Cipm parla di una riduzione che va da un terzo ai tre quarti. Il soggetto violento può seguire volontariamente un percorso curato da una equipe di professionisti, specializzati nel trattare le persone con problemi relazionali, composta da psicologi, criminologi, avvocati, che possono intervenire nella gestione del conflitto prima che si trasformi in reato. Solo così è possibile abbattere il numero delle vittime.

La presentazione in questura a Novara .
La presentazione in questura a Novara
I dati della riduzione delle recidive .
I dati della riduzione delle recidive
A sinistra Luca Bollati, presidente Cipm PIemonte .
A sinistra Luca Bollati, presidente Cipm PIemonte