L'amarezza dei commercianti

Eurovision, la burocrazia spegne la musica nei locali del centro

Annullati i 180 concerti attesi già dalla prossima settimana per anticipare il grande evento musicale di maggio. Colpa della burocrazia dicono i negozianti. Troppo complicata la procedura di deroga alle limitazioni al suono per ogni evento

La musica doveva partire già il 14 aprile, e andare avanti finoa al 7 maggio. 180 concerti sparsi nelle vie del centro di Torino, nei locali e nei quartieri della città, una sorta di accompagnamento diffuso a quello che ci si augura sarà l'evento dell'anno, l'Eurovision Song Contest.

Invece niente, tutto annullato ancor prima di partire. Troppo complicato l'iter autorizzativo previsto dal Comune, ad esempio quello necessario a ottenere le deroghe al suono per ciascun evento. «Colpa della burocrazia» dicono i commercianti, che hanno deciso di arrendersi di fronte a protocolli e autorizzazioni. E così "Aspettando Eurovision" rimane solo un accattivante slogan. Quel che  continua a esistere e ad irritare le associazioni di categoria dei negozianti è invece la contraddizione delle piazze della movida, quelle delle feste improvvisate fino a mattina, dove in questo caso, tuttavia, le maglie della burocrazia, dicono, sembrano allargarsi più facilmente.

Per Fulvio Griffa, presidente del coordinamento delle associazioni di via del centro –  sarebbero stati numeri importanti: una settantina di locali per 180 piccoli eventi pagati dagli stessi commercianti, con un investimento di 50 mila euro, con regole e orari ben definiti: stop agli spettacoli entro le 22 nelle quattro aree di movida (piazza Vittorio, San Salvario, Vanchiglia) ed entro la mezzanotte nelle altre (Quadrilatero, Quartieri Militari e via Santa Teresa). Ma il modulo del Comune, ricevuto una settimana fa dai commercianti, in cui si chiedeva la planimetria di ogni locale e il numero dei musicisti, ha smorzato ogni entusiamo. Troppo tardi, troppo complesso.

Ora si attende una mossa dal Comune, magari già domani, per sbloccare l'impasse e diffondere note più distensive, trovare una soluzione per riaccendere la musica giusta. Lo spirito delle Olimpiadi tanto evocato in queste settimane sembra ad oggi assai lontano.