Via libera alle attività all'aperto nei boschi nella zona rossa: con una delibera di giunta la Regione ha fatto decadere le restrizioni introdotte a inizio anno nell'alessandrino per contenere l’epidemia di peste suina africana tra i cinghiali. Non appena entrerà in vigore nei prossimi giorni si potrà tornare a fare escursionismo, camminare sui sentieri e andare in mountain bike, anche se con l’accorgimento di disinfettare ruote e suole delle scarpe prima di andare via per evitare di trasportare il virus. Una boccata d’ossigeno per ristoratori e operatori turistici che da settimane soffrivano il paradosso della vicinanza con la Liguria, dove anche in zona rossa i divieti erano caduti già da tempo.
Intanto proseguono le azioni per monitorare e abbattere i cinghiali infetti. Nell'area protetta dell’appennino piemontese nel cuore della zona rossa sono state posizionate 16 gabbie per catturare gli animali e analizzarne l’eventuale infezione. Nel frattempo si attende il via dei lavori per la lunga recinzione che dovrebbe evitare che i cinghiali malati si spostino in altre zone.
Gabbie per catturare i cinghiali, fototrappole, cacciatori. Sono diversi gli strumenti messi in campo per contenere l'epidemia di peste suina africana nell'area protetta dell'Appennino piemontese.
Servizio di Manuela Gatti
Montaggio Tiziano Bosco
Con interviste a
Walter Badino, cacciatore; Giacomo Gola, Guardiaparco Appennino Piemontese; Walter Badino, cacciatore; Fabio Ferrari, imprenditore