Serie A

Salernitana salva. Davide Nicola, il piemontese che fece l'impresa

Nato a Luserna San Giovanni ma residente a Vigone, è l'uomo delle missioni impossibili. Dopo Crotone e Torino, prende per mano una squadra all'ultimo posto, con incertezze societarie e falcidiata dal covid. E trova un'insperata salvezza

Salernitana salva. Davide Nicola, il piemontese che fece l'impresa
Ansa
Davide Nicola, 49 anni.

Calcio, cala il sipario sulla Serie A 2021/22. Nessuna vittoria per la Juventus, né per il Torino. Ma c'è un piemontese che ha fatto un'impresa che vale quanto e più di uno scudetto: Davide Nicola. L'uomo delle imprese impossibili, ne ha combinata un'alta delle sue. Ha salvato una Salernitana che, solo fino a poche settimane fa, sembrava inesorabilmente condannata alla retrocessione. A Vigone, il paese dove risiede fin da bambino, tutti lo aspettano a braccia aperte.

Servizio di Massimo Lanari, montaggio di Paolo Monchieri.

 

 

La tragedia del figlio

Il luogo di nascita dice tutto: Luserna San Giovanni, Val Pellice. Una delle valli valdesi. Gente temprata, indipendentemente dal credo religioso, dalle asperità della storia. E le asperità della vita colpirono Davide Nicola nel 2014. Quando, nel suo paese di residenza, Vigone (Torino), si vide portare via un figlio di 14 anni. Investito da un autobus mentre stava andando in bicicletta. E se un uomo è capace di rialzarsi da una tragedia simile, ogni impresa sportiva diventa quasi banale. La sua passione per la bicicletta gli è rimasta, nonostante tutto. Anzi, la tragedia del figlio Alessandro gli ha dato la spinta per impegnarsi in numerose campagne di sensibilizzazione a difesa della sicurezza dei ciclisti.

Nicola calciatore

Il romanzo del Davide Nicola calciatore inizia nelle file del Genoa, alla fine degli anni ‘80. Terzino destro, uomo di corsa. L’esordio in Serie A, nel 2004/2005, col Siena. L'anno dopo, l'approdo nella sua squadra del cuore: il Torino. In Serie B. Contro il Mantova, segnò il gol a tempo scaduto che regalò al Toro la promozione in A. Poi Spezia, Ravenna e la chiusura della carriera da calciatore nel Lumezzane. 

L'impresa di Crotone

Ma le imprese impossibili iniziano da allenatore. Comincia col portare il Livorno in Serie A, nel 2012/2013. Poi, la magia. Nell'agosto del 2016 il Crotone, che si prepara ad affrontare il suo primo, storico campionato di Serie A, lo chiama in panchina al posto di Ivan Juric. L'inizio è da incubo: 9 punti nel girone di andata, e squadra pietrificata all'ultimo posto. Ma Nicola non è certo tipo da arrendersi. “Se ci salviamo, vado da Crotone a Torino in bicicletta”, dice, sicuro, ai microfoni. Sarà la bici, sarà l'aria di Crotone ispiratrice di teoremi semplici ma geniali. Fatto sta che, nella seconda parte della stagione, i pitagorici si trasformano. Nel girone di ritorno i punti sono 25, di cui 20 tra aprile e maggio. Una doppietta di Diego Falcinelli regala al Crotone una splendida vittoria contro l'Inter. Anche il Milan viene fermato allo Scida sull'1 a 1. Nicola arriva a giocarsi la salvezza all'ultima giornata, il 28 maggio del 2017. E, come al solito, accade di tutto. L'Empoli perde in casa di un Palermo già retrocesso. Mentre, in Calabria, Falcinelli e una doppietta di Nalini regolano la Lazio, battuta 3 a 1. L'impresa è compiuta: il Crotone è salvo. Un record: è la squadra che ha raggiunto la salvezza con il minor numero di punti racimolati nel girone d'andata. Nicola non perde tempo: da Crotone a Torino sono 1260 km. Sarà meglio cominciare a pedalare.

Il dischetto della paura

L'anno dopo il Crotone parte meglio, ma per ragioni misteriose, a metà stagione, Nicola è costretto alle dimissioni. Si ricomincia dall'Udinese, si continua col Genoa, con la missione-salvezza sempre portata a termine. Il 19 gennaio del 2021 arriva l'offerta che non può rifiutare: il suo amato Toro lo chiama al posto di Marco Giampaolo, con i granata terzultimi. Nicola dà alla squadra la rabbia e l'orgoglio per reagire. Con una serie di pareggi e di vittorie sofferte, il Toro si tira fuori faticosamente dalla zona retrocessione. Ma a poche giornate dal traguardo, crolla. Il clamoroso 7 a 0 subito in casa dal Milan, e il 4-1 patito alla Spezia, fanno precipitare i granata nell'incubo. La contestazione dei tifosi è generale. C'è una partita con la Lazio - sempre lei - da recuperare, a causa della pandemia. Un pareggio basterebbe ai granata per salvarsi. Sanabria prende un palo. Ma sul più bello l'arbitro assegna un calcio di rigore ai biancocelesti per fallo di Nkoulou su Immobile. Sul dischetto c'è proprio Ciro. La tensione in tribuna è palpabile, Cairo accumula nervosismo. Ma la palla si stampa clamorosamente sul palo. La partita finisce: 0 a 0 e Toro salvo. I granata faranno fatica ad ammetterlo, ma è un'altra impresa. 

Appuntamento col destino

Impresa che tuttavia impallidisce di fronte a quello che è avvenuto quest'anno. Il 15 febbraio del 2022, una Salernitana disperata lo chiama in panchina al posto dell'esonerato Stefano Colantuono. La Salernitana è ultima, ha rischiato di essere perfino cancellata dal campionato per la necessità di trovare un nuovo proprietario, ha un'infinità di partite da recuperare a causa del covid. Già, perché piove sempre sul bagnato: con una rosa dal livello tecnico così così e una situazione societaria - a inizio campionato - a dir poco complicata, la Salernitana è stata pure una delle squadre più colpite dalla pandemia. La missione è impossibile, ma il DS Walter Sabatini ha in mente l'uomo giusto: Davide Nicola. Sarà per la caparbietà dell'uomo, sarà per il colore granata, sarà perché in fondo è un romantico: Nicola accetta. All'esordio, il nuovo allenatore fa subito capire chi è: 2 a 2 contro quel Milan che vincerà il campionato. Arrivano le sconfitte. Ma aprile è alle porte, ed è lì che le squadre di Nicola si scatenano. Battute Sampdoria, Fiorentina, Udinese (in una delle tante gare rinviate a causa del covid). L'Arechi ci crede, e ogni volta è una bolgia di passione ai limiti dell'irrazionalità. A Salerno si arriva a pregare a scuola per la salvezza. Nello scontro decisivo col Venezia, altra gara rinviata, i lagunari vengono battuti per 2 a 1. “Stavolta ce ci salviamo vado a piedi dal papa”, chiosa Nicola. L'8 maggio c'è la sfida salvezza contro il Cagliari. Il solito Verdi, ex Toro e letteralmente rinato a Salerno, porta in vantaggio i granata campani. Il pontefice si sta già preparando all'illustre ospite, quando Altare - la beffa è anche nel cognome - a tempo scaduto porta i Sardi sull'1 a 1. E' un colpo tremendo. Ma c'è subito l'occasione di rimediare: il 14 maggio, contro un Empoli già salvo. Toscani in vantaggio con Cutrone, pareggia Bonazzoli. E, a 5 minuti dalla fine, la Salernitana ha l'occasione della vita. Un calcio di rigore, affidato al piede di Diego Perotti. Un gol e sarebbe salvezza matematica. Ma l'attaccante argentino viene ipnotizzato da Vicario: parato. Nicola, stavolta, forse ha scherzato troppo coi santi. Salernitana e Cagliari si giocheranno la salvezza all'ultima giornata, con i campani avanti di un punto. A questo punto, il folle regista che ha scritto il copione di questa Serie A, dà il meglio di sé. La Salernitana crolla in casa per 4 a 0 contro quella che sembrava un' “appagata” Udinese. L'Arechi è ammutolito, qualcuno reagisce male lanciando in campo di tutto. Ma da Venezia arrivano notizie surreali. Il Cagliari non va oltre lo 0 a 0 contro un Venezia già retrocesso. Salernitana 31, Cagliari 30. Salvezza. Mica male, Davide Nicola da Vigone.