LA MANIFESTAZIONE

Manifestazione anarchica, i devastatori divisi in due gruppi

Ci sarebbe un piano dietro le violenze. Trentasette denunce, oltre 350 persone identificate. Una sessantina quelle coinvolte nelle azioni, su un migliaio che ha sfilato in corteo

Manifestazione anarchica, i devastatori divisi in due gruppi
Tgr Piemonte
Una bomba carta sul punto di esplodere a Torino

Il bilancio della sera di devastazioni e violenze a Torino, durante il corteo anarchico di sabato 4 marzo, è di 37 persone fermate e denunciate a piede libero, di queste 11 sono state anche colpite da fogli di via, ma in totale sono 350 gli identificati dalla Digos e da lì si partirà per dare un volto e un nome ai responsabili degli assalti a vetrine di banche e negozi e alle auto.

Il questore di Torino, Vincenzo Ciarambino, lo ha garantito durante il confronto con la stampa al termine della manifestazione in cui ha spiegato che nessuno si sarebbe aspettato di vedere “devastate le macchine dei privati o le vetrine di esercizi commerciali di commercianti che devono sbarcare il lunario in maniera onesta”.

 

Due ore di violenza con banche, negozi e auto presi di mira dagli anarchici scesi per le strade di Torino in solidarietà di Alfredo Cospito, da mesi in sciopero della fame contro il regime carcerario del 41bis. I manifestanti avevano giurato vendetta per la decisione della Cassazione è così è stato: dopo ore un presidio pacifico, appena è calato il sole, le prime linee hanno indossato i caschi e imbracciato le mazze con cui hanno spaccato vetrine e bancomat.
Forze dell'ordine e giornalisti oggetto di costante lancio di bombe carta, sampietrini e bottiglie, mentre il corteo scivolava lungo corso Siccardi, piazza Arbarello e via della Consolata.

Solo quando la manifestazione volge al termine c'è il primo contatto tra manifestanti e forze dell'ordine: 5 persone vengono bloccate dagli agenti dopo un fitto lancio di lacrimogeni. Al termine saranno 37 le persone fermate e denunciate a piede libero. Il bilancio parla di diversi feriti, tra cui due agenti, cui ha manifestato solidarietà e vicinanza il ministro dell'Interno Piantedosi.

Già prima dell'inizio del corteo la Digos ne aveva bloccate una trentinta in arrivo da mezza europa, armati di bombe carta, bastoni e martelli. Un intervento preventivo che non è bastato a frenare la violenza.