Inchiesta Cpr di Torino, sei rischiano il processo

Chiuse le indagini su un medico e cinque poliziotti. Nel 2021 si suicidò il migrante Moussa Balde dentro la struttura di corso Brunelleschi

Una gestione impropria del Centro di permanenza e rimpatrio di corso Brunelleschi a Torino, in particolare del cosiddetto ospedaletto, una parte della struttura nata per ospitare chi aveva problemi di salute, ma che col tempo è stata utilizzata più per punire chi protestava che non per ragioni mediche.
Lì è maturato il suicidio Moussa Balde, nel maggio 2021, è da quel caso è partita l'inchiesta sulla gestione del Cpr chiusa dalla procura di Torino.


Rischiano il processo in sei: il medico della struttura, Fulvio Pitanti, accusato tra le altre cose di omicidio colposo per il gesto del giovane avvenuto il 22 maggio 2021, e 5 poliziotti. A loro è stato notificato l'avviso di conclusione indagine: tra i destinatari il dirigente dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Torino, Michele Sole, che rischia il processo per falso, ma anche per sequestro di persona.


La procura di Torino contesta anche il sequestro di persona per il caso di 14 migranti, trattenuti illegalmente in isolamento per "motivi di ordine pubblico" e non per ragioni sanitarie. Secondo i pm i poliziotti hanno disposto e permesso “l'utilizzo dell'ospedaletto per ragioni di ordine e sicurezza pubblica”. L'ospedaletto è la struttura più simile a delle celle nel Cpr, si tratta di “moduli abitativi consistenti ciascuno in un piccolo locale con annesso un minuscolo cortiletto confinato da una inferriata - si legge nell'avviso di conclusione indagine - chiusa a chiave dall'esterno”. I migranti sarebbero stati trattenuti nell'ospedaletto “per una durata di giorni, settimane e mesi”, un protrarsi, insistono i pm, “di una limitazione della libertà di movimento già di per sé illegale”.

Per il medico invece si profila anche il reato di omicidio colposo rispetto al suicidio di Moussa Balde: “Negligenza, imprudenza e imperizia e comunque in violazione dei protocolli scientifici e buone prassi mediche - scrivono nell'avviso di conclusione indagine gli inquirenti - Omettendo di predisporre una sorveglianza h24 per verificare le condizioni di salute psicofisica” del giovane.

Archiviata invece la posizione dell'ex prefetto di Torino, Claudio Palomba. Prosegue invece l'indagine nei confronti dell’ex direttrice dell’ente che gestisce la struttura chiusa alcuni mesi fa.

Intervista a Gianluca Vitale, avvocato Moussa Balde