Eternit bis, Stephan Schmidheiny condannato a 12 anni di reclusione. La sentenza e le reazioni

In Corte d'Assise a Novara il processo bis sulle morti di amianto di Casale Monferrato. Per i giudici è stato omicidio colposo aggravato

L'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è stato condannato a 12 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato. Lo ha deciso la Corte d'Assise di Novara al termine di oltre 7 ore di camera di consiglio. Il magnate è stato condannato anche alla pena accessoria di 5 anni di interdizione ai pubblici uffici. Il risarcimento totale fissato dalla Corte e' pari a oltre 86 milioni. Cinquanta milioni andranno al Comune di Casale Monferrato, che si era costituito parte civile. All'associazione delle vittime andrà un risarcimento di 500.000 euro. 

Il pm: “Finalmente un nome e un cognome alla tragedia di Casale”

“Finalmente un giudice ha dato un nome e un cognome alla tragedia di Casale Monferrato”, ha commentato il pm Gianfranco Colace che ha aggiunto: “Ora sappiamo che il responsabile è l'imputato che noi avevamo tratto a giudizio”. "Siamo soddisfatti - ha proseguito - del nostro lavoro, avevamo portato una mole imponente di prove, siamo convinti che i criteri che la suprema corte con il caso Thyssen aveva dettato per distinguere tra il dolo eventuale e la colpa cosciente ricorressero in questo caso - ha proseguito - leggeremo attentamente le motivazioni e valuteremo se fare appello perché credo sia un caso che meriti di essere ulteriormente vagliato”. “A Casale Monferrato ogni anno si ammalano 50 persone e non ancora finita né dal punto di vista sanitario né da quello giudiziario", ha detto ancora. 

Di seguito, le reazioni, nell'ordine, di:

  • Gianfranco Colace, pubblico ministero
  • Giuliana Busto, presidente Afeva Casale
  • Nicola Pondrano, Afeva Casale
  • Astolfo Di Amato, avvocato difesa
  • Federico Riboldi, sindaco Casale

La sentenza Eternit bis arriva a due anni dalla prima udienza che fu il 9 giugno 2021. In aula erano presenti decine di parenti delle vittime, arrivati in pullman da Casale Monferrato. Una condanna, ma non quella che si aspettavano i parenti delle vittime. Schmidheiny era accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di 392 persone decedute per amianto a Casale Monferrato e dintorni. L'imprenditore aveva gestito lo stabilimento Eternit di Casale dal 1976 al 1986.

La sentenza arriva al termine di una lunga battaglia legale per ottenere giustizia. Dal quel 2014, l'anno della prescrizione del processo per disastro ambientale. Solo 62 dei 392 decessi si riferivano a ex lavoratori della fabbrica. Tutti gli altri cittadini comuni che respirarono le fibre d'amianto. La strage silenziosa di mesoteliomi e altri mali incurabili con cui Casale fa ancora i conti. 

La richiesta della Procura

La Procura aveva chiesto l'ergastolo. La difesa puntava invece all'assoluzione, sostenendo che mancavano prove certe del nesso di causalità.

A Napoli

Anche a Napoli il reato era stato derubricato a omicidio colposo, con un effetto automatico: la prescrizione di gran parte dei casi confluiti nel processo.