Verbano-Cusio-Ossola

Caprezzo, come muore un sogno. Il mistero dei due incendi alla centrale a biomasse

Riccardo Borgotti voleva produrre energia elettrica dai boschi di famiglia. A inquinamento zero. Fiamme probabilmente dolose. Il paese si interroga. L'appello del giovane imprenditore: "Voglio ricominciare"

Caprezzo, come muore un sogno. Il mistero dei due incendi alla centrale a biomasse
Rai TGR Piemonte
Centrale biomasse Caprezzo

Costruire una centrale a biomasse da 100 KWh. Utilizzando il cippato, materiale di scarto proveniente dai boschi di famiglia, che danno principalmente legna da ardere. siamo a Caprezzo, sulle montagne sopra Verbania. Il sogno di Riccardo Borgotti, però, a qualcuno non andava bene. Lui è un imprenditore agricolo di 30 anni. Si è visto bruciare l'impianto una prima volta nel 2019. Mesi di lavori e investimenti per ripartire. Fino a quando, la mattina del 10 gennaio del 2024, Riccardo si è risvegliato, nuovamente, con la centrale incendiata. Un investimento da un milione e mezzo di euro in fumo: bruciata anche un piccolo macchinario per i lavori stradali. E anche i ricordi: il pickup del nonno, utilizzato per trasportare la legna, è andato in fumo. Come pure il ponte di sollevamento utilizzato per le piccole manutenzioni fatte in casa. 

Incendio doloso

La Polizia sta indagando, ma la mano dolosa sembra più che probabile: come dimostrano le fiamme, partite dagli uffici e non dai motori. E poi l'impianto di videosorveglianza, accuratamente disattivato. “Un fatto per me davvero inspiegabile”, racconta Riccardo. “Questo impianto non produce inquinamento, anzi: la legna viene trattata sul posto, a due passi dai nostri boschi, a chilometro zero. E anche a emissioni zero, visto che il cippato non viene bruciato ma trasformato in gas attraverso un processo di decomposizione, la pirolisi”. Invidie di paese, ripicche, minacce? “Di minacce non ne abbiamo mai avute. Qualche evento poco spiegabile sì, ma non saprei dire di più”. Il riserbo, è massimo.

In paese

Chi può essere stato? Davvero non ne abbiamo idea”, è la risposta ricorrente in paese. “Che sia stato qualcuno del paese, per me, è molto difficile”, dice il sindaco di Caprezzo, Pierangelo Ballardini. Nemmeno alcuni atti di vandalismo che si sono verificati negli ultimi mesi sembrano spiegare l'accaduto. “Qualche giorno fa hanno bruciato della legna, fuori da una casa”, ci racconta un abitante. Allora, la pista esterna. Quella centrale a biomasse magari infastidiva chi temeva che l'esempio di Riccardo di rinascita, anche economica, della montagna, potesse essere seguito anche da altri paesi. Magari su scala più grande. “Si parla di investimenti da diverse migliaia di euro”, ipotizza il sindaco.

Ricominciare

Fatto sta che l'impianto di Riccardo, che con la sua azienda agricola non si occupa solo di legno ma anche di ortaggi e frutti di bosco, è spezzato. “La voglia di andare avanti ce l'ho ed è ben ferma. Bisogna vedere se è sostenibile anche dal punto di vista economico. Magari facendo appello alla collaborazione delle istituzioni. Intanto sul nostro sito, borgotti.eu, abbiamo appena avviato una raccolta fondi per ricominciare”. Il sogno non deve finire.